Crunched continua la discesa nelle atmosfere plumbee di ottobre.
Avevo solo otto anni la prima volta, come già accennato qui, quando ho vomitato come Regan al primo impatto con "Dracula di Bram Stoker".
Poi, terrorizzata, sono passati tanti anni. Molte volte mi sono nascosta dietro una porta e l’ho guardato dal mio nascondiglio, sbirciando fra le dita delle mani davanti agli occhi mentre lo guardava papà.
Da piccola ho sempre avuto la fobia dei vampiri.
Dormivo con il lenzuolo tirato fino al naso anche ad agosto e una notte ricordo di essermi addormentata tenendomi il collo con le mani per la paura di essere morsa nel sonno. Poi piano piano i vampiri sono diventati una delle cose che più mi affascinano.
Ho iniziato a leggere libri, a cercare notizie su Dracula e sulla sua stirpe, i documenti storici, le guerre, Vlad “il Dragone”, la Romania, i castelli.
Molti anni dopo ho comprato il dvd di “Dracula di Bram Stoker” e mi sono innamorata. Ho capito che non faceva paura ma straziava il cuore e ho firmato un patto di amore con Bram Stoker che non finirà mai.
Il film del 1992, diretto da Francis Ford Coppola e tratto dall’omonimo romanzo di Bram Stoker, sembra costruito su tre colori: nero, bianco e rosso. Le atmosfere sono completamente sfumate di rosso ma mantengono sempre un alone oscuro in ogni momento della pellicola, nonostante ci siano anche alcune scene pregne di colori sgargianti.
Il film racconta la storia di Vlad, conosciuto come “Draculea” o “L’Impalatore”, che nel 1462 combatte contro i Turchi in difesa della Chiesa Cristiana. Tornato a casa, scopre che la sua amata Elisabetta si è gettata nel fiume credendolo morto in battaglia. Egli perde la fede e rinnega Cristo, bevendo sangue sgorgato da una croce. È così che ha inizio l’era di Dracula, il vampiro.
Anno 1987, Dracula si trova a trattare con Jonathan Harker per una proprietà nel centro di Londra finché, osservando una fotografia della fidanzata di quest’ultimo, Mina Murray, riconosce in lei la reincarnazione della sua Elisabetta.
Iniziano una serie di incubi e viaggi fra la Transilvania e Londra, navi cariche di casse piene di terra putrida che solcano onde in tempesta, buchi sul collo e matti deliranti che mangiano insetti.
I personaggi sono molti e vari tra i quali spicca Renfield, un pazzo ricoverato nel manicomio di Carfax Abbey, che si rivela essere un suddito di Dracula. La cosa che salta subito all’occhio è la sua immensa somiglianza con il personaggio di Joker (e il parallelismo con Arkham).
Un altro personaggio degno di nota? Il professor Van Helsing, un vampirologo incaricato di salvare le sorti della povera Lucy, amica di Mina sedotta da Dracula, lasciato all’interpretazione di Anthony Hopkins che è come sempre perfetto.
E una nota di merito va anche al buon Keanu Reeves che se l’è cavata egregiamente nei panni di Johnatan Harker. Moderno Ulisse attratto dalle Sirene (solo che qua le sirene sono vampire), il povero Johnatan si trova ad affrontare un’orgia con le mogli di Dracula che mangiano bambini. Una scena veramente confortante.
Stoker e Coppola ci raccontano un amore nero. Un amore disperato e sporco di sangue.
Le immagini sono spesso cariche di una tensione erotica fuori dal comune, anche quando a copulare sono una donna e una bestia dai denti bianchissimi e la bocca piena di sangue. Il disgusto lascia spazio all’attrazione, come sotto una sorta d’incantesimo. Lo stesso incantesimo che guida Lucy fuori dalla sua stanza fra le braccia della bestia. Lo stesso incantesimo che strega Mina e la porta fino in Transilvania a combattere il mostro dopo esserne stata sedotta.
È davvero un mostro questo Conte Dracula?
Non è quello che ci arriva. È un animale notturno. Un predatore, sì. Ma Dracula è un soprattutto un romantico d’altri tempi, pieno di sofferenza e consumato dal dolore. Un dandy londinese alla conquista di un amore perduto ma mai dimenticato. Un uomo (non proprio umano) che si è sentito abbandonato da Dio e che ha solcato i mari del tempo per ritrovare la fede ma soprattutto l’amore.
Dracula è solo un reietto in cerca del perdono e di un modo per dimenticare la perdita. Trova la sua pace solo in lei che gli trafigge il petto e gli taglia la testa come lui faceva alle sue vittime durante la guerra per liberare Costantinopoli dai Turchi.
Il colpo di grazia? Ce lo dà Annie Lennox con “Love Song for a Vampire”, scelta e composta per accompagnare i titoli di coda, mentre sarete con il fazzolettino in mano.
E pensare che leggendo il titolo credevate di inciampare in un horror pieno di sangue, morte e distruzione.
Ora, invece, fate i conti con l’amore senza tempo e senza schierarvi fra bene e male. Nemmeno stavolta. Asciugate il nasino e attraversate i vostri oceani per trovare quello che cercate proprio come ha fatto Draculea.