#crunch164 | Irene Cavalchini

#crunch164 | Irene Cavalchini

"Everyone's in their own personal coma." — Chuck Palahniuk (Diary)

Ciao Irene, bentornata tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao a tutti e grazie a voi! Disegnare credo abbia fatto sempre parte di quello che sono. Ero una di quelle bambine che scarabocchiava sui muri di casa. C'erano molti libri di arte in casa mia, i miei sono sempre stati amanti di impressionismo e cubismo, andavamo in giro a vedere mostre ogni tanto e credo che questo abbia contribuito molto al mio sviluppare un pensiero artistico rispetto a quello che mi circonda. Mio nonno, poi, dipingeva ad olio e a casa sua c'erano un sacco di quadri, pennelli, attrezzi curiosi. In generale credo che sia un modo per esprimersi, esorcizzare quello che si ha dentro. Tutt'ora tracciare dei segni sulla carta ha un che di catartico. È come se ci fosse una parte che da quel canale passa facilmente e manco si accorge di passarci.



Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Scorrendo le citazioni mi sono ritrovata nel senso di questa frase "ognuno nel suo coma personale". La trovo una frase molto significativa e veritiera. La parola "ognuno" suggerisce l'esistenza di un gruppo, quindi tanti singoli che sono chiusi in se stessi ma hanno una parte che si rapporta con gli altri. e questo coma è sempre presente. Perchè anche se insieme, ognuno è chiuso in se stesso. E se non si riesce ad uscire dal proprio coma o se lo si gestisce male, si rompono, per forza di cose, i rapporti costruiti e non si è neanche se stessi. Forse l'ho inteso come un'appendice della famosa frase "se non ami te stesso non puoi amare gli altri".

 

I tuoi personaggi spesso si sciolgono gli uni negli altri o in oggetti, in animali fantastici, oppure parti di loro si moltiplicano o vengono invase da mani, da occhi, da tratti sfumati. Cosa puoi raccontarci di questo fenomeno?
Alle volte non lo so manco io perchè. Certe volte in corso d'opera non so bene dove andare, poi vengono fuori elementi che si incastrano e hanno senso una volta finito. So da dove vengono ma non sempre so che escono. E il processo mentale è interessante e catartico. Anche questo è un po' nato così: all'inizio l'elemento rabbia doveva essere esterno, ma in realtà penso che la rabbia sia alimentata dal personale e quindi l'elemento rabbia è diventato il chiodo dentro. Tutto ha un suo significato e tutto si fonde insieme, si crea, sparisce e ritorna. Mi piace disegnare i volti e quelli son la superficie alla quale vanno ad aggiungersi occhi, mani, incastri vari. Ultimamente, per gli elaborati miei e non su commissione, ho deciso di lasciar spazio a quello che vien fuori, in serena libertà, cercando di concentrarmi di più sulla tecnica. In generale preferisco non raffigurare la realtà così come si palesa ma per quello che rappresenta.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Mi piacciono un sacco i lavori di Dave McKean, non solo per la meravigliosa estetica che hanno, ma anche perchè riesce ad essere fedele a se stesso sia negli albi per bambini che negli elaborati per adulti. Ultimamente, di cose varie che ho visto o letto che mi hanno presa totalmente e stimolato creativamente ci sono, tra le serie, To old to die young di Nicolas Winding Refn. Mi ha completamente rapita come non mi succedeva da tanto. Ed era una serie che aspettavo da quando l'aveva annunciata perchè lui mi piace molto come regista e avere un'ora e mezza a episodio è stato un regalone. Ultimamente non ho letto molti libri, mi sono riletta It di Stephen King per togliermi l'impressione dei film, che non mi son piaciuti, ma sono gusti. La prima volta lo avevo letto a 16 anni, una vita fa, e l'avevo divorato. L'ho sempre trovato metaforicamente molto delicato e attento, colmo di quell'atmosfera pesante e densa che ti accompagna nelle cantine dell'anima, ma anche molto colorato come immagini mentali e sensazioni.


I soggetti più frequenti dei tuoi lavori sono volti. Ritieni che siano la componente che meglio riesce a comunicare con l’esterno anche tramite il disegno?
Mi piace disegnare volti, forse perchè possiedono le espressioni e la forma di comunicazione che più usiamo. Mi affascina la conformazione del cranio e come ci si appoggiano sopra i muscoli, di come in ogni persona si adagino in modo diverso su differenti tipi di teschio. Trovo i capelli una componente onirica, che si collega ad altro. Poi nel teschio c'è il cervello, grande amico e burlone. Mi affascina come un volto possa esprimere qualcosa solo per la sua conformazione, quanto sono alti gli zigomi e quanto larga la mascella e che forma ha coi diversi tipi di luce. Sui volti solitamente si riesce a leggere la fatica, lo sforzo, l'essere. Quindi penso che sì, il disegnare una faccia è disegnare anche tutta un'altra serie di cose. Anche quando pasticcio su foto preferisco le facce.


Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
ILa musica è presente, o come sottofondo o come protagonista. Credo che le canzoni abbiano il potere di congelare il tempo e di riportarti sempre qualcosa legato al periodo in cui le hai sentite, sentite dentro. Quindi possono aiutare a ricreare certe immagini. Mi piace variare, vado a periodi, ma in linea di massima elettronica (che va benissimo per convogliare le idee), grunge, rock, metal, dubstep, anni '80...a seconda del soggetto e dell'umore. Per questa illustrazione, sarò sincera, non ricordo bene, ma potrebbe essere Tchaikovsky con il Lago di Cigni.


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Sto portando avanti i miei progetti di attività creative/artistiche con bambini e ragazzi che mi danno un sacco di soddisfazioni, e sto cercando di ritagliarmi lo spazio per portare avanti qualcosa di mio e definirlo in maniera più seria. Ma ho deciso di non darmi troppo addosso e cercare di esser soddisfatta di tutti gli step, godermi il tempo di esecuzione e le pennellate, senza fretta. Grazie a voi per le domande e a chi ha letto le risposte, a presto!

Guarda tutti i morsi quadrati di Irene




Grazie Irene e in bocca al lupo per i tuoi progetti!
Instagram
Portfolio
Facebook

Privacy Policy