"The most difficult thing is the decision to act, the rest is merely tenacity." Amelia Earhart
Per il quadrato di oggi mordiamo l'arte di Irene Cavalchini.
Ciao Irene e bentornata tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua.
1. Quando hai cominciato a prendere le matite in mano? Cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao ragazzi! Sinceramente non ne ho un ricordo preciso, ma nelle mie memorie d'infanzia albergano diversi episodi: a cinque anni i miei genitori mi han fatto vedere la Storia Infinita e ho costretto mia madre, santa donna, a scrivere tutta la storia su dei fogli in modo da poter fare i disegni come in un libro. Alle elementari ho imparato a scrivere e mi inventavo le storie sugli apostrofi e poi le disegnavo (tipo il povero apostrofo che non trovava le parole femminili...) e avevo realizzato un'intera “collana” di pseudo fumetti (niente vignette, solo disegni in sequenza con balloon) di Babau, che era un riccio antropomorfo che aveva interessantissime avventure. Aggiungo anche che in casa mia c'erano diversi stimoli: mio nonno dipingeva e i miei son grandi fan di musei e impressionismo, quindi ho avuto un sacco di libri d'arte a disposizione in casa. In generale diciamo che, quello di scarabocchiare, è sempre stato un impulso direi quasi ancestrale.
2. Quali sono i mezzi di espressione che preferisci? Matita, colori o anche il computer?
Prediligo assolutamente lo schizzo; biro a inchiostro liquido e brushpen (veloci e indolori), ma anche acrilici, acquerelli e matite colorate. Il digitale c'è sempre, non per forza come mezzo, ma anche come supporto per aggiustare saturazione e tonalità. Ben vengano anche pantoni, gessi e carboncini ovviamente. Sono una a cui piace pasticciare, quindi ogni tanto quando ho tempo da dedicarmi, mi butto su qualche esperimento artistico.
3. C’è un autore in particolare che ti ha illuminato? In altre parole, c’è un gruppo musicale, un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Al mondo del fumetto mi sono avvicinata tra le medie e le superiori. Il primo fumetto che ho letto è stato Video Girl Ai di Masakatsu Katsura, ma il mio primo amore è stato Berserk di Kentaro Miura. Avevo perso il treno ed ero andata in edicola per prendermi qualcosa da leggere e ho comprato il numero 34 di Berserk, giusto perchè mi piaceva la copertina. Il giorno dopo è iniziata la spola in fumetteria, quando avevo soldi da investire, per comprare i numeri precedenti. Un altro pezzo importante di questa storia è Neon Genesis Evangelion, che in quel periodo mi ha fatto capire che anche io volevo creare qualcosa che emozionasse e comunicasse così tanto. Erano mondi che mi parlavano, in una lingua tutta loro che volevo imparare anche io. Sono figlia della generazione Sailor Moon e il primo approccio a questo mondo è stato sicuramente con i manga. Man mano poi mi sono allontanata, preferendo le graphic novel americane e i libri illustrati.
Uno dei miei libri preferiti e che, ormai più di 15 anni fa, mi ha dopata visivamente è IT di Stephen King. È così pregno di arancione e crepuscolo da far piangere il cuore. Almeno, a me è arrivato così. Infine, l'artista del quale qualunque opera è una garanzia per me, è Dave mcKean, ma in generale mi faccio illuminare un po' da tutto. Se vedo un libro che mi ispira graficamente lo compro, voglio lasciarmi trasportare dalle immagini degli altri. Questo a volte è un problema: ieri, ad esempio, sono stata al LuccaComics e avrei comprato tutto il padiglione editori. Ma un magro bottino son riuscita a portarlo a casa!
4. Ora una domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica è una compagna perenne. Mi piace farmi accompagnare da suoni e parole durante il giorno e credo che un sottofondo musicale notato all'improvviso, in certe situazioni, crei il ricordo di quel momento. Per quanto riguarda il rapporto con la creazione, direi che è un gagliardo unicorno che accompagna un cavaliere verso luoghi inesplorati. Quando disegno mi piace avere un sottofondo, se capita che devo lavorar fuori casa per crear cose, uso l'mp3.
La mia esistenza ha bisogno di tre filoni, tutti e tre mi ispirano in maniera diversa a seconda dei lavori che devo fare. L'elettronica (primo amore gli Air, poi Daft Punk, Aphex Twin, Tycho, Orbital, Massive Attack...), rock-metal-grunge (primo amore i Radiohead che stan un po' anche nell'elettronica, amore assoluto e tutt'ora il mio gruppo preferito gli Smashing Pumpkins, precisando da Machina in giù, Queens of the Stone Age, Slipknot, Pixies, Placebo, Depeche Mode...) e la musica anni '80, ballad o meno (ebbene si... dai The Stranglers e Tears for Fears ai Dead or Alive, passando per tutti i glitter che ci sono in mezzo.).
Capita quindi che un tal gruppo/cantante sia l'unicorno perfetto per il viaggio del tuo cavaliere, quindi passi giornate ad ascoltare ogni live esistente in rete.
5. Noi di CrunchEd non ci accontentiamo mai. Ti seguiamo sulla tua pagina facebook, sappiamo che tieni corsi di disegno, che collabori con la Eris Edizioni. Dove altro possiamo trovare i tuoi lavori? Che progetti ci nascondi?
Quando la gente mi chiede cosa faccio nella vita, rispondo “disegno e lavoro con i bambini”. E fondamentalmente sono i due filoni che sto cercando di portar avanti. Tra le varie cose tengo anche, come hai detto, corsi di fumetto per bambini ormai da 5 anni, presso l'Ass. Culturale di Alessandria “Il Contastorie” e attività didattico/artistiche (libri pop-up, libri tattili...) nelle scuole o dove capita di farlo, personalmente o rappresentando collaborazioni, come quella col Circolo di Prometeo di Frugarolo. È molto appagante vedere i bambini crescere di anno in anno e vederli appassionarsi a questo mondo; credo nell'importanza del linguaggio artistico e alla sua capacità di prestarsi come valvola di sfogo. Al corso di fumetto, ad esempio, non è che devono essere bravissimi, ma creare qualcosa imparando a gestire i vari ostacoli. Non bastano 40 ore per imparare a disegnare ma ad amare l'idea di imparare si. Ho collaborato anni fa con la fantastica casa editrice Eris Edizioni di Torino, con diverse pubblicazioni, ho collaborato con la Mondadori e ultimamente a progetti più piccoli. La parte relativa ai lavori con i bambini sta avendo il sopravvento negli ultimi anni, ma sto cercando di concentrarmi su me stessa per progetti personali che spero vadano in porto, ma mettere le idee della mia testa tutte in fila nell'ordine giusto è complicato.
Mi piace che con voi di Crunched ci sia questo escamotage delle citazioni, che lascia libertà in cambio di ispirazione; il chiudere un concetto in un'immagine mi ha sempre affascinata.
Ultimamente ho deciso di mettere alcuni dei miei lavori in vendita su Artflakes, al link https://www.artflakes.com/en/shop/irene-cavalchini, se siete curiosi andate a dare un'occhiata.
Con facebook sono un disastro perché aggiorno la pagina una volta ogni morte di papa, non riesco a mettermi in testa di dover usare di più i social, è che il meccanismo dei social network non mi ha mai affascinata. Però sto cercando di migliorare e di usarlo più spesso!
Grazie per le domande! Spero d'aver occupato bene il vostro tempo nel leggere le risposte.
Ps: per rispondere alle vostre domande ho ascoltato i Radiohead e i Royksopp!
Grazie Irene, alla prossima.