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La mia prima volta al cinema è stata nel 1992, avevo 6 anni ed era il giorno di Santo Stefano. Mamma e gli zii mi portarono a vedere “La Bella e la Bestia” in un cinema di paese con solo due sale. A pensarci oggi sembra quasi impossibile che sia davvero esistito un tempo senza enormi cinema con decine di sale. Ricordo ancora l’odore di pop corn burrosi che mi avvolse mentre, di corsa, facevamo i biglietti. Entrammo a film iniziato, la sala era pienissima e sullo schermo Belle correva già nel prato cantando le sue “stranezze”. Bastò davvero poco per rimanere abbagliati dalla magia e per far entrare questa storia sul primo gradino del podio del mio cuore. Alla fine del cartone, mia zia mi sorrise e disse “recuperiamo la parte che ci siamo perse!”. Così rimanemmo in sala (una volta si poteva fare e nessuno ti diceva nulla!) e guardammo indisturbate i minuti iniziali perduti.
Da quel momento iniziò una vera e propria venerazione capace di andare oltre ogni divieto e restrizione. Ad esempio, mia madre non era affatto d'accordo sull’acquisto di un nuovo album Panini, così decisi di comprare le figurine de “La Bella e la Bestia” da sola con i soldi della paghetta settimanale. Una volta che, in segreto, riuscii a raccoglierle tutte, presentai il conto a mia madre: “cosa ne faccio?”. Ormai l’album era un passo inevitabile. Bambole, quaderni, puzzle, avevo davvero tutto quello che si poteva avere a tema.
Mi sono sempre categoricamente rifiutata di approcciarmi a qualsivoglia remake o tentativo di remake (Lea Seydoux nei panni di Belle e Vincent Cassel nei panni della Bestia? Seriamente? Non lo accetto). Ho guardato altri film ispirati ai classici Disney (“Maleficent”, “Biancaneve” e “Biancaneve e il cacciatore”) ma nessuno di questi è mai riuscito a rendere minimamente giustizia ai colossi animati che ci hanno cresciuto e allevato con lo stesso impegno e la stessa dedizione dei nostri genitori: non si può certo dire che Walt Disney non ci abbia insegnato niente.
Quando ho visto il trailer di questo acclamato live action - girato da Bill Condon - e, saltando in piedi sul divano, ho gridato “speranza!” con estremo entusiasmo, nemmeno fossi la principessa Leila.
Il lavoro di Emma Watson è encomiabile nell’aver trovato l'unico modo possibile per scollarsi di dosso il personaggio intramontabile di Hermione Granger (Harry Potter): diventare la perfetta trasposizione umana di Belle.
Il film mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta, mai avrei pensato che sarebbero riusciti a riprodurre il cartone animato in modo così fedele. È vero che le canzoni hanno parole leggermente diverse ma la vastità e la cura dei dettagli è sorprendente.
Rispetto al cartone animato il film include una sequenza in apertura che introduce la vita di corte prima della maledizione del principe e dei suoi servitori, una canzone cantata dalla Bestia che ricalca un po' troppo lo stile di “Notre Dame de Paris” (la Bestia sembra, infatti, Quasimodo che canta straziato appeso ai cornicioni insieme ai suoi gargoyle) e un “viaggio” magico che mostra la storia della madre di Belle e il passato sconosciuto della ragazza.
Non credo ci sia bisogno di ripetere la trama ma per completezza la riassumo: “La Bella e la Bestia” è la storia di un principe che viene trasformato in una Bestia e, con lui, ogni suo servitore prende le sembianze di oggetto animato. Il tempo a sua disposizione per trovare una ragazza che si innamori di lui e che possa così spezzare l'incantesimo è scandito dall’appassire di una rosa magica. Belle, ragazza considerata “strana” dagli abitanti del suo paese, si ritroverà imprigionata nel castello e dovrà fare i conti con la Bestia scontrosa.
Il punto di forza di questo film non è di certo la computer grafica pazzesca o il cast stellare azzeccatissimo (Ian McKellen nei panni di Tockins e Ewan McGregor nei panni di Lumière). Non è nemmeno la fedele riproduzione delle ambientazioni, degli abiti e la quasi totale fedeltà delle battute (sì, le so tutte a memoria).
Il punto di forza vero e autentico di questo film è l'emozione che riesce a far provare non solo ai più piccoli ma anche a chi, come me, ha visto questo cartone animato da bambino e ora bambino non è più.
Sono bastate le prime parole scandite cantando “Stia-con-noi” e il tripudio di colori delle stoviglie che ballano a farmi avere di nuovo 6 anni e gli occhi pieni di luminoso entusiasmo.
Sono bastate due note del main theme “La Bella e la Bestia”, interpretata da Giovanna Rapattoni, le luci del salone e la gonna gialla roteante per farmi piangere di commozione.
Insomma, un grande classico che indossa un vestito nuovo ma conserva la sua magia intatta e immutata.
Una storia che ci ripete, ancora una volta, che essere diversi non è sbagliato e che la gentilezza e la cultura ripagano ogni offesa.
“La Bella e la Bestia” è il primo film della storia Disney ad avere un personaggio dichiaratamente gay (Le Tont), permettendoci così di intravedere un briciolo di speranza in questo mondo che sembra aver smesso di credere alle favole.
© Giulia Cristofori