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Vincitore del Leone d’argento alla 73esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Tom Ford torna nelle sale 17 novembre 2016, dopo sette anni di distanza silenziosa da “A Single Man”, con un thriller di rara intensità e struttura.
“Animali Notturni” è un pugno in pieno viso. Spicca, oltre alla trama solida, l’innato senso estetico dello stilista-regista che già ci aveva conquistato con la sua opera precedente: le sequenze, i colori e le ambientazioni minimaliste ed estremamente eleganti.
La cura del dettaglio, dal cordone di un abito alla geometria perfetta di una scala vista dall’alto, dal rossetto tolto ai visi sfocati dietro i vetri bagnati e appannati delle docce.
La storia è complessa e si divide in due rami che corrono su due binari paralleli che si rivelano essere un unico grande tunnel dove rincorrersi fino a intrecciarsi.
Susan, proprietaria facoltosa di una galleria d’arte, vive una vita vuota e fredda come diretta conseguenza di una scelta che risale a diciannove anni prima, quando decide di lasciare l’ex marito Edward per un uomo che non farà altro che renderla infelice.
La vita di Susan viene scossa dolorosamente quando riceve il manoscritto dell’ex marito e si ritrova a dover fare i conti con il suo passato chiuso fra le pagine del romanzo.
“Animali notturni” è il titolo del romanzo e lo stesso nomignolo che Edward utilizzava per rivolgersi all’ex moglie che soffre di insonnia.
Il contrasto fra le due ambientazioni principali, la casa di Susan e le strade aride del Texas, è marcato dal gioco di colori freddi e caldi che si alternano violenti. Sono gli stessi colori che il regista utilizza per delineare i caratteri dei personaggi: lei fredda e cinica, lui sensibile e fragile.
Tom Ford riesce a trasmetterci tutta la sofferenza di Edward trasformando in immagini quello che il personaggio si limita a scrivere, vestendole di una violenza cruda e a tratti disturbante e creando una fitta rete di parallelismi fra romanzo e realtà.
L’incubo notturno di Edward, ambientato in una strada buia e deserta del Texas, si rivela essere solo il coperchio di un vaso di Pandora che lascerà uscire un dolore sedimentato da troppi anni.
La scelta degli attori è perfetta. Amy Adams, eterea e dagli occhi di ghiaccio, si cala in una Susan fredda e dallo sguardo triste. Elegante e delicata come una statua di ghiaccio, rimane sempre lontana dalle nostre emozioni e si chiude in un guscio di perfezione.
Al contrario, Jake Gyllenhaal è un Edward / Tony che non ha paura di mostrare le proprie fragilità, troppo spesso scambiate per debolezze, e il proprio dolore. Nota di merito anche a Michael Shannon che con la sua interpretazione dello sceriffo pare già essere nella lista delle nomination agli Oscar.
Non aspettatevi un film lento e preparatevi a una bellezza disarmante per quanto riguarda regia, attori e fotografia.
Immergetevi nel buio della notte texana insieme a Edward / Tony e ricordate che lasciar uscire il dolore e i rimorsi è l’unico modo per andare avanti.
© Giulia Cristofori