"Il mondo è un libro, chi non viaggia ne legge solo una pagina." Agostino d’Ippona
Vi siete mai risvegliati da un sogno così bello e potente da voler cercare a tutti i costi un modo, un passaggio dalla tana del Bianconglio, per trasportare la suggestione del mondo onirico nella vita reale?
Ebbene, oliate le ali della fantasia, un modo c'è. Osservate con cura il quadrato di oggi, e libratevi nell'aria. I disegni de Il leggendario pescecavallo sono una porta spazio temporale, un amuleto acchiappasogni da indossare al collo che, come per magia, vi condurranno dritti in un mondo fatato, in un sogno fatto di giganti, animali mitologici, case montagna, contorni ovattati e sapore di casa.
Ciao Letizia e benvenuta tra i morsi quadrati!
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Grazie mille! La storia di come ho cominciato a disegnare è molto breve, è da quando sono piccola che disegno ogni volta che posso, e mi esprimo attraverso carta e matite. Da bambina disegnavo, da adolescente disegnavo, all'università disegnavo, finché ho cercato di rendere il tutto più organizzato e metodico, per farne un lavoro a tempo pieno.
Il tuo nome d’arte è molto particolare e ci ha affascinati molto. Da dove nasce? Ne vedremo mai le avventure stampate su carta?
Il mio nome d'arte in realtà è nato quando ho dovuto scegliere un nome per i social, in un momento di delirio, perché tutti i nomi che provavo erano già in uso. Per questo il Pescecavallo non è nato come personaggio, l'ho sempre approcciato come un essere misterioso, da non approfondire e quindi non credo che ne farò mai delle storie illustrate.
Quanto ciò che vedi o ti circonda e appassiona influisce su quello che rappresenti? Da dove trai ispirazione per inventare nuovi personaggi?
Sicuramente prendo ispirazione, da altri illustratori o fumettisti, o anche dai film. Gli illustratori che amo di più sono Sergio Toppi, Rébecca Dautremer, Levi Pinfold, perché nelle loro illustrazioni ci si può perdere.
Ma poi anche il posto dove vivo, le strade o i luoghi che vedo mi mi fanno venire qualche idea per dei disegni, certe volte anche alcuni amici si sono poi trasformati in personaggi.
È giunto il momento del “E se…”. E se… potessi lavorare su una locandina, copertina di un romanzo, di un film, di un concerto che hai amato o che ti ha colpito (anche in negativo, perché no), quale sarebbe la tua scelta?
Io vorrei illustrare un libro di Murakami, in particolare “La fine de mondo e il paese delle meraviglie” che è il mio preferito, evoca paesaggi e situazioni surreali, scene quotidiane e personaggi normali, ma con dettagli strani e di fantasia che influenzano tutto. Mi piacerebbe mettere su carta ciò che immaginavo mentre li leggevo, o almeno provarci:)
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Purtroppo, quando lavoro, ho un pessimo rapporto con la musica. La ascolto volentieri, ho i miei generi preferiti, le mie playlist molto accurate ecc, ma appena inizio a concentrarmi, smetto di sentirla, c'è poco da fare. Sicuramente ne sono influenzata lo stesso, ma succede in maniera molto inconscia :)
Disegni a mano ma anche computer e tecniche digitali. Che tipo di approccio preferisci, in quale ti senti più a tuo agio?
Digitale sempre. Gli schizzi a matita ovviamente sono insostituibili, per immediatezza e la facilità, ma mi sento di star davvero dando forma al disegno in questione quando sono al pc, perché scelgo i colori, ho la possibilità di cambiare tante volte finché non arrivo proprio dove volevo; cambiare forme e proporzioni, aggiungere e togliere.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Tra poco inizierà il progetto Funkino, parteciperò alla realizzazione di questo corto d'animazione. La storia sarà scritta e si evolverà durante un laboratorio teatrale fatto per integrare e lavorare assieme ad alcuni ragazzi immigrati che stanno a Palermo, per mescolare e raccontare tutte le nostre culture.
Grazie Letizia e in bocca al lupo!
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