Surgelati | Racconti Indigeribili

Surgelati | Racconti Indigeribili

Scritto da Simona Visciglia
 - Illustrato da Berlikete -


Surgelati                       

Se avessi dato retta a quella santa donna di mia madre, ora non sarei qui, in questo ospedale del cazzo, buttata come un sacco di rifiuti in un letto in mezzo ad altri disperati. La sente come urla quella vecchia lì… Fatela tacere, perdio, mi rimbomba tutto, mi fa male tutto.

Se le avessi dato retta…

Mi ha sempre detto:

Non dare confidenza agli estranei

Non fermarti a chiacchierare con chi non conosci

Non aprire mai la porta se sei da sola in casa

Non.

Non abbiamo avuto una vita facile, io e mia madre. Mio padre, pezzo di merda, ci ha abbandonate quando io ero poco più che una ragazzina. Maledetto!

Diceva:

Io non vi sopporto più

Non ce la faccio

Ho bisogno di pace

Ah, ma io vi mollo prima o poi.

E prima che poi se n’è andato.

Mia madre non era tipo da strapparsi le vesti, no, lei era una tosta. Forse quel bastardo, che a suo tempo ha ingravidato mia madre, probabilmente non reggeva il confronto con lei. Ma neanche con me, gli tenevo testa pure io.

Per farla breve, ce la siamo cavata da sole, io e lei. Davvero una buona donna, ha sempre lavorato, io non me la ricordo mai a casa. Poi, dopo che quel farabutto se n’è andato, rubandosi persino quei quattro soldi risparmiati in tanti anni, mia madre si è data ancora più da fare e non la vedevo proprio più.

Il fatto che fossimo rimaste sole l’aveva resa un po’ più dura nei miei confronti, più severa. Diciamo che tante cose non me le concedeva, che ne so: uscire con le amiche, fare le passeggiate in centro, andare a comprare un gelato. La discoteca? Fuori discussione. I morosi? Meglio di no!

Non avere fretta

Metti che incontri un bastardo come tuo padre

Avrai tutto il tempo

Goditi la giovinezza

Stai buona qui.

Così restavo interi pomeriggi a casa da sola, lei a guadagnare quattro soldi facendo tre lavori diversi contemporaneamente. Certe volte pure di notte, i turni faceva, povera donna. E me lo ripeteva tutte le volte:

Chiuditi dentro

Non aprire mai a nessuno

Io ho le chiavi

Non mi aspettare sveglia.

Tutta la mia giovinezza così, ma gliene sono grata, perché sono cresciuta cazzuta, mica come i miei coetanei, pappemolli!

E infatti quando mia madre è crepata, pace all’anima sua, non ho neanche pianto. Un genitore, anche se muore, ti rimane dentro, no? Mica come quell’altro che se n’è scappato, che marcisca all’inferno!

Quando sei sola non aprire a nessuno

Non dare retta agli sconosciuti

Non.

Hanno suonato al campanello della porta, quel pomeriggio. Non ho neanche guardato dallo spioncino, niente, ho aperto. Cosa mi è saltato in mente di aprire così? Senza manco chiedere chi fosse.

Non aprire mai a nessuno

Chiuditi dentro

Non parlare con gli sconosciuti.

Apro la porta.

Buongiorno, signora, sono il rappresentante di IceFood. Conosce i nostri prodotti? Guardi, ho qui il catalogo, se mi concede un attimo del suo tempo… Ha poco tempo? Bene, ottimo! I nostri prodotti gliene faranno risparmiare un sacco, avrà sempre il pranzo e la cena pronti in men che non si dica e tutto buonissimo, direttamente dall’orto in padella, con i nostri gustosissimi contorni dello chef. E guardi qui, queste magnifiche polpettine. È vegana? No? Ce n’è per tutti i gusti, pronto in soli cinque minuti, vede? mi faccia entrare e le mostro anche la sezione dessert Non è golosa?

Non parlare con gli sconosciuti

Non fare entrare nessuno in casa quando sei sola

Chiuditi dentro a chiave

Non.

Ed è entrato.

In mano il catalogo dalle pagine traslucide, non la finiva più di parlare. Mi si siede sullo sgabello in cucina Ah che bella casa signora e quel forno grande Ma le ho detto che le nostre pizze sono fatte con il lievito madre, pomodorini pachino dop, fior di latte e basilico direttamente dalla Campania. E che congelatore enorme! Capacità 200 litri, dico bene? Ma lo sa quante provviste può conservare? Le faccio uno sconto tale sul primo acquisto da perderci la testa, eh?

E non la smetteva più, ma io lo sapevo che stava per succedere, perché una donna lo sente, no? Con quelle dita grassocce, i bottoni della camicia che gli esplodevano sull’addome, gli occhietti piccoli e famelici, i capelli un po’ unti, stava sudando, era veramente troppo infervorato. Avrei dovuto capirlo e mia madre era una che la sapeva lunga.

Non aprire mai la porta se non sai chi c’è dall’altra parte

Non dare retta agli sconosciuti

Chiuditi bene dietro

Non rispondere neanche al citofono

Non.

Perché l’ho fatto entrare? Se solo avessi dato retta a mia madre…

Signora, mi scusi, me lo offrirebbe un bicchiere d’acqua? Sono in giro da stamattina, non mi sono fermato un attimo, casa sua è calda, sa? Le spiace se tolgo la giacca? Poi facciamo un bell’ordine, che ne dice?

Ed è successo, maledizione.

                                                             

                                                                          ***

 

«Dottoressa, che ne pensa allora?»

«Sarò sincera, in tanti anni di onorata carriera, non mi era mai capitato un caso del genere. Eppure collaboro con voi da un bel po’, Ispettore».

«Ma almeno si è resa conto di quello che ha fatto? Ai nostri agenti che l’hanno prelevata dall’appartamento continuava a blaterare frasi sconnesse, come se…»

«Come se fosse lei la vittima»

«Dottoressa, se le dicessi in che stato abbiamo trovato il corpo dell’uomo…decapitato. Si rende conto? Quella donna ha colpito con una tale ferocia che ha dell’incredibile»

«Non dovrei dirlo, ma è un mostro!»

«Abbiamo contattato il padre per una deposizione e lo sa cosa ci ha risposto? Che non vuole saperne niente, che la moglie aveva partorito un demonio, che ringrazia il cielo di averle abbandonate in tempo, che quella pazza di sua figlia aveva provato più di una volta a farlo fuori»

 «Ho paura a chiederglielo… Ma i resti rinvenuti nel congelatore?»

«Abbiamo motivo di credere che appartengano alla madre e non solo».

 

Mammina mia, fa un po’ freddo lì dentro? Non posso aprire, sono sola in casa, scusami, eh!

Non aprire

Non aprire

Non aprire

Non aprire

Non aprire  

Non.

  

 
© Un racconto di Simona Visciglia - Illustrato da Berlikete - Editing di Chiara Bianchi


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