Imperial 290 | Barbara Mileto

Imperial 290 | Barbara Mileto

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Sì, di fronte ad un pianoforte bisogna inchinarsi, lo dice anche Pietro Filangeri, trasportatore di inizio '900: "L'uomo ha costruito il pianoforte perché la musica è una medicina per i mali di una vita difficile. Bisogna averne sempre rispetto".

Da molti, il Bösendorfer 290 Imperial è ritenuto il miglior pianoforte a coda in circolazione. Se non è il migliore (per molto tempo io sono rimasto affezionato ad altri nomi) di sicuro è il più completo: invece degli 88 tasti standard, ne ha 9 in più.
Si dice che Keith Jarret dovesse suonare il suo famoso The Köln Concert proprio su questo strumento ma che una volta giunto al teatro trovò un pianoforte più piccolo, con un pedale rotto e poco accordato. L'organizzatrice riuscì a sistemare lo strumento e convincere a fatica il pianista a tenere il concerto. Mi chiedo ora cosa ne sarebbe venuto fuori se Keith Jarret avesse davvero suonato su un Imperial 290.

Ad ogni modo, l'Imperial 290 di Barbara Mileto è un pianoforte abbandonato sulla spiaggia dell'East River, di fronte al ponte di Brooklin. Che ci fa lì?
Sarà lui a raccontarlo, con tredici capitoli accompagnati da musiche che consiglio di ascoltare durante la lettura. Tredici capitoli che raccontano cento anni di storia, suoni e dita che hanno vibrato sui suoi tasti e sulle sue corde, tra l'Europa e l'America.
Fatevi incantare dalla pianista Sophie, imparate da lei ad assaporare la vita nella sua essenza, "Lasciandosi ondeggiare tra la naturalezza dei tasti bianchi e la ricerca della perfezione dei tasti neri, nel giusto equilibrio che avvicina a Dio".

Poi andate a contare i tasti del vostro pianoforte, se ne avete uno. Il mio ne ha 85, troppo pochi per aspirare alla perfezione.

"Il pianoforte è come un eterno bambino, ha bisogno di cure, attenzioni continue. Anche il più piccolo componente è parte integrante di un meccanismo complesso e perfetto come il corpo umano. Ci sono cuore, orecchie, naso, bocca, piedi. Mancano solo le mani che mutano di volta in volta, prendendo la forma di quelle del pianista. Il compito dell'accordatore è quello di far sì che quelle mani si adattino al resto del corpo, così che pianista e pianoforte possano diventare insieme l'espressione di un'unica anima. L'anima della musica".

© Paolo Perlini


Imperial 290
| Barbara Mileto

Editore: Splen Edizioni
Collana: Caleidoscopi
Uscita: 9 luglio 2018
Formato: Copertina Flessibile

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