Genesi 3.0 | Angelo Calvisi

Genesi 3.0 | Angelo Calvisi

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Sfogliando riviste, rubriche e recensioni editoriali, pare che gli scrittori stiano sperimentando un nuovo ed eversivo atteggiamento, scegliendo come modalità espressiva il genere distopico. Di Angelo Calvisi avevo letto Adieu Mon Coeur, un romanzo blu e malinconico e con curiosità mi sono approcciato a questo cambio di tonalità, stile, arrangiamento. In altre parole, tutt’altra musica.

In un posto indefinito, ai margini del bosco e forse del mondo intero vive Simon, un ragazzo che indossa magliette diverse, tutte con la S che assumono un significato particolare a seconda della situazione: Superman, Spiderman, Spassarsela, Sopravvivenza, Svitato, Stupefatto, Sudato, Serenità.
Con lui vive un uomo, il Polacco, che poi polacco non è ma lo chiamano così perché in Polonia ha combattuto durante la Luminosa Guerra ed è in procinto di compiere una nuova grande missione.

Un tempo vivevano nella Capitale, dove il Polacco ricopriva un incarico strategico per il Ministro degli Affari Oscuri mentre Simon era stato affidato al gruppo di trovatelli dell’istituto di Agraria. Qui deve aver imparato le mirabolanti proprietà di alcune piante che, se non fossero di fantasia, varrebbe la pena inventare, come:

  • I ciuffi di Valderrama, il cui decotto causa una morte apparente
  • Il petalo di Ottiladono, il fiore che cancella l’emicrania e procura visioni ai creatori di moda
  • Le bacche di Aracnamanta che concedono ai poveri di spirito l’agilità dei ragni
  • I semi di Loridiana, producono deliri architettonici e urbanistici
  • La corteccia di Mimula Manima, che rende momentaneamente calvi
  • La crema di Ocularia, una radice che stimola accensioni profetiche, soprattutto se abbinata all’estratto di Ortopedico, il bulbo che disintegra le cartilagini
  • Il Talonis Pòtrico, le cui ghiande scatenano allucinazioni a sfondo religioso
  • Il Cedui Repètulo, da cui si distilla l’acquavite che cura i tremori giovanili
  • La Pola Bàbula, per sciogliere le afasie e la balbuzie

Ed infine (ma non si tratta dell’ultimo presente nel romanzo) lo Stòppica Latris che presenta virtù stupefacenti:

Nel tepore dei pomeriggi primaverili, sdràiati a riposare sotto le sue fronde, mastica le foglie venate di grigio e lasciati rapire dal torpore che esse inducono. Ti risveglierai circondato dalle ombre della sera, con la certezza di essere morto da un pezzo”.

Le giornate di Simon trascorrono tribolate, occupate in lavori e passatempi inutili, perse in amori divertenti e pericolosi con la gallina Mitropa, invischiate nella burocrazia e sempre dipendenti dal Polacco, una figura la cui narrazione ricorda le mummie del Politburo di sovietica memoria.

Sprazzi di ilarità, situazioni comiche, paradossali, imprevedibili danno colore a questa visione grigia del mondo, dove perfino il tabacco è mutevole e sa di piscio, di metano e cioccolato, di aria vuota, dado da brodo.

Se la lettura risulta troppo pesante o triste, ne venite fuori con un achenio di Felix Matricula, un arbusto che porta il buonumore a chi si reca nel bosco per la prima volta. Ma non ce ne sarà bisogno.


Genesi 3.0
| Angelo Calvisi

Editore: Neo Edizioni
Collana: Iena
Uscita: 7 febbraio 2019
Formato: Copertina Flessibile
Lunghezza: 160 pagine

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