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“Il signor Bloch aveva atteso la pensione per buona parte della sua vita. Non che la sua professione fosse priva di soddisfazioni, al contrario, poteva vantare una carriera modesta ma del tutto rispettabile; semplicemente desiderava più di ogni altra cosa trascorrere il tempo secondo i propri ritmi...”
Una scrittura invidiabile, perfetta nella punteggiatura e un incipit semplice ed efficace. Il prologo mi ha fatto subito innamorare di questo signor Bloch, un pensionato, vedovo e solitario, che trascorre le giornate seguendo un Programma stabilito nei minimi dettagli al quale sono concesse poche deroghe.
Si sa, l’uomo è un animale abitudinario, la ripetitività e le consuetudini possono annoiare ma a tante persone, soprattutto le più anziane, donano sicurezza, certezza, conforto. La routine ben costruita tiene lontano lo scompiglio e alleggerisce la vita quotidiana. Infatti, il signor Bloch sa perfettamente cosa lo aspetta. Esce al mattino alle sette e cinquanta, alle otto in punto entra nel bar all’angolo dove lo aspetta il suo tavolo, il penultimo a partire dal fondo, e poi il suo espresso in tazza grande con latte freddo a parte. Quindici minuti dopo lo attende la consueta e scarna conversazione con l’edicolante.
“Come andiamo oggi?”
Segue una risposta rapida, a seconda del tempo atmosferico, ed è tutto, perché secondo Bloch non va bene eccedere in confidenza.
Le giornate trascorrono scandite come un metronomo, perfetto come un orologio di precisione, con una divagazione nel fine settimana. Ogni azione, ogni pensiero, ogni acquisto rientra nel Programma. Poi qualcosa comincia ad interferire. Tutto inizio con un ragazzino in bicicletta che a velocità folle pedala nella sua direzione e gli grida: “Levati vecchio!” Quanto basta per farlo scansare bruscamente e fargli calpestare un grappolo di escrementi di piccione, animale che il signor Bloch detesta.
Ed è questo il primo granello di sabbia che si infiltra negli ingranaggi del Programma e in rapida successione causa uno sfasamento: il cameriere abituale viene sostituito, salta l’abitudine di fare colazione, di prendere il giornale, acquistare il pane e via via di seguito, fino ad un progressivo sgretolamento. Non si tratta di bug, errori nella scrittura del codice sorgente. Il povero Bloch l’ha scritto e seguito alla perfezione per lungo tempo. Nessun errore di sintassi, di logica, di runtime. Tuttavia qualche falla deve esserci stata, tale da consentire virus, attacchi, modifiche al sistema operativo.
La lettura, agile e scorrevole, forse può risultare ripetitiva in questa ordinata sequenza di avvenimenti, privi di un episodio realmente sconvolgente: un furto, un mistero da risolvere, un delitto. Ma pagina dopo pagina ci si accorge che i cambiamenti ci sono stati e il signor Bloch, la rispettabile e per quanto singolare persona conosciuta in prima pagina, ora è completamente diversa.
Non si tratta realmente di un libro giallo, ancor meno di un noir. Ma probabilmente, per i libri che riguardano le indagini della mente e della psiche umana, il colore adatto ancora non esiste.
Il Programma | Davide Staffiero
Editore: Eclissi
Collana: I Dingo
Uscita: 1 marzo 2018
Formato: Copertina Flessibile
Lunghezza: 155 pagine
© Paolo Perlini