+++ ++
Non sappiamo in che anno si svolga la vicenda ma possiamo ipotizzare in un futuro, forse prossimo, forse anteriore, sicuramente un futuro distopico, in cui i sentimenti sono ormai banditi, come i libri, la cultura, la speranza; un tempo nel quale è permesso accoppiarsi solo dopo l'età di Fertilità Consentita, fissata a 35 anni e invecchiare nella Torre del Tramonto Sereno, dalla quale poi si scompare senza lasciare traccia. Tutto definito, inquadrato, sterile ed inferocito.
Le interazioni personali sono ormai ridotte a pochi momenti, debitamente e rigidamente controllati; si ricorre metodicamente a pillole, forse ansiolitici e, per non impazzire, si parla da soli, incidendo su dei menonastri i propri pensieri.
Abbiamo una donna, Maria N., in cerca di suo figlio, Jesus N., 33 anni, scomparso, ma presumibilmente arrestato per sedizione.
Sappiamo del tormento di Maria attraverso i report di Lusine, ovvero l'Operatrice H478, una specie di addetta alla sorveglianza, incaricata di controllarla 24/7 attraverso nanodroni microfonati. Maria seguita perché madre di un arrestato, parte di quell'esercito di "donne in nero", distrutte dal dolore, consumate dall'incertezza ma implacabili nel loro intento, che vagano alla ricerca dei figli scomparsi, rapiti, arrestati dalla Polizia Politica, con la flebile speranza di trovarli ancora in vita e la cieca determinazione a seppellirne almeno il corpo, che bussano alle porte di chiunque possa fornire loro una spiegazione, sia essa un'autorità, una prostituta, un reietto o una veggente.
Anche ciò che sappiamo di Jesus ci viene riportato; lo conosciamo attraverso le confessioni di chi viene torturato dagli agenti, dalle riflessioni di chi s'interroga sulla sua fine, dai delatori che forse l'hanno tradito.
Jesus leggeva, predicava sentimenti di altruismo e misericordia, credeva nell'anima, incantava con le sue teorie, il suo eloquio, aiutando i più deboli, gli emarginati dalla società, contravvenendo così a molte ferree regole di ordine e decoro e costituendo un pericolo.
Ferro e acciaio, come sono i chiodi di Cristo secondo un canto popolare riportato in epigrafe, lombardo, come molti altri termini dialettali, come i brani danteschi tradotti da Carlo Porta, miscelati con derivazioni latine, parole inventate, brani di canti liturgici.
Un romanzo che miscela coraggiosamente antico e avveniristico, sacro e profano, popolare ed elitario, che prende spunto da una delle testimonianze più antiche che abbiamo del viscerale rapporto madre-figlio, alla ricerca di sé, di Dio, dell'essenza dell'essere umano, perché:
"[..] per vivere non basta essere vivi [...] vivere è qualcosa che si impara"
Titolo: Di ferro e d'acciaio
Autore: Laura Pariani
Edizioni: Enne Enne Editore
Genere: Romanzo
Collana: Crocevia
Pagine: 192
Compra su: Amazon
© Erika Casciello