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Pensateci: il diavolo rappresenta le peggiori esperienze che vi sono capitate nella vita dal caffè amaro a quella volta in cui pioveva a dirotto ed una macchina, passando, vi ha inzuppato; dalle sbucciature alle ginocchia da piccoli a quando vi è stato spezzato il cuore l’ultima volta; genericamente è tutto ciò che di brutto vi è capitato, vi sta capitando o vi capiterà. Per cui se improvvisamente sparisse assieme a tutte queste situazioni spiacevoli, non tirereste un gran sospiro di sollievo? No, non pensateci nemmeno, perché è proprio quello che succede in “Una più del diavolo” e credetemi è notevolmente meglio affidarsi ad un solido sistema bipartitico.
Le vicende di Giovanni Archei, il frontman di una band napoletana di discreto successo, che di anonimo non ha nulla, sono tutt'altro che ovvie a cominciare dall'apertura della danza macabra che si troverà a dover ballare suo malgrado: se a tutti è capitato di lasciare o di essere lasciati, chi è stato così fortunato da dover schivare forchette e vasellame da una fidanzata appena ex? Ben pochi di noi, oserei dire nessuno, soprattutto se poi questa ex ci ha cornificati a dovere con un omonimo Giovanni che appare nel bel mezzo del parapiglia e consente al nostro novello personaggio principale di darsela a gambe levate senza troppi sentimentalismi.
Eppure, nonostante sia subito messa da parte, è a partire da questa vicenda, da un Giovanni qualsiasi che fugge da un’Alice qualsiasi che si aprono le danze che porteranno alla scomparsa della Stella del Mattino — leggi il Demonio, il Diavolo o Lucifero — e all’inizio della sua ricerca da parte dell'Angelo dei Segreti Raziel, che più di Dio e da Dio cercherà di salvare il Creato.
Tra una birra ed un viaggio sulla Terra, tra un caffè ed un giro all’Inferno, è Raziel, seguito dall’ingenuo angelo custode Bartolomio e da un insofferente Giovanni Archei, che sbroglierà il groviglio e riuscirà con immane pazienza e dedizione a salvare il destino dell’umanità.
Nonostante la scelte frizzanti di stile, che ho per lo più amato, la trama intrigante e l’ambientazione per nulla scontata, i limiti ci sono e sono forti nella caratterizzazione dei personaggi: soprattutto gli ultraterreni un po’ troppo deus ex machina; ma anche i terreni lasciano trasparire più la personalità forte dello scrittore che una propria caratterizzazione profonda, tant’è che alla fine si tende a predire come agiranno e, sebbene lo scrittore ci provi disperatamente — sulla carta sono personaggi così diversi da risultare un piccolo mondo chiuso — non si riesce a provare empatia per loro, ma solo una nota di caustica ilarità.
In conclusione: racconto simpatico, di cui si apprezza la notevole ironia, personaggi a tratti piatti, sullo sfondo una trama scorrevole.
Qualora foste in cerca di un libro non troppo impegnativo ed ironico, anche se a volte l’autore si esalta troppo, ma allo stesso tempo caratterizzato da un pallino filosofico di sottofondo, dovreste prendere in considerazione questo romanzo per riempire un fine settimana con leggerezza e simpatia. Finale al ghigno.
Titolo: Una più del Diavolo
Autore: Lorenzo Vargas
Genere: Romanzo
Collana: I jackpot
Pagine: 288
Uscita: 13 aprile 2017
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© Maria Gemini