Riscoprirsi nomadi nell’osservazione del mondo animale
Recensione di Chiara Bianchi
Viene da lontano il titolo di questo romanzo di María Ospina Pizano, più precisamente dal Quattrocento. Il re Nezahualcóyotl – detto tlatoani nella lingua nahuatl – della città di Texcoco, nell’attuale Messico, era un uomo saggio e virtuoso, un uomo di lettere. Scrisse molti poemi, nei quali trattava grandi temi del suo pensiero: la fugacità del tempo, la morte, le parole, l’aldilà, l’enigma della vita, in sostanza un complesso pensiero metafisico che ha vissuto per tutta l’esistenza con dubbio e angoscia. Il titolo Qui solo per poco è un verso di un suo poema che parla proprio del rapporto tra l’uomo e le sue radici sulla Terra, indagando quella condizione di non permanenza.
Le opere di María Ospina Pizano in Italia sono pubblicate da Edicola Ediciones (nel 2018 uscì la raccolta di racconti Gli azzardi del corpo). Con questo romanzo, la casa editrice, per i suoi primi dieci anni di attività, ha lanciato il restyling delle copertine, che ci piace molto e torna un po’ alle origini del progetto.
Qui solo per poco è un testo che pone l’accento a un rinnovato punto di vista sul mondo animale, sulle condizioni quotidiane di creature vulnerabili in un mondo ostile a causa della presenza dell’uomo che ha decimato gli spazi naturali innescando una convivenza fragile tra le specie. Ci parla di Zugunruhe un termine tedesco per indicare l’irrequietezza del movimento (o della migrazione) da contrapporsi a una velata critica alla proprietà privata degli esseri umani.
Le protagoniste sono due cagnoline, una tangara scarlatta, un porcospino, una scarabea. La narrazione gioca sui ‘forse’ che la voce narrante costruisce attorno alle vicende. Seguiamo, come a bordo di un moderno drone, le vicissitudini di questi animali, mettendo per un attimo da parte i coprotagonisti umani che incontrano il mondo animale attraverso le proprie esperienze.
Per migliaia di anni i suoi antenati sono sfuggiti a predatori e a tempeste, per secoli sono stati testimoni del peregrinare umano e si sono librati tra alberi e stelle. Eppure adesso tutto crolla giù.
Ospina Pizano ci fa restare sulla soglia di un mondo che appare sempre più distante, proviamo impotenza e rabbia per alcuni comportamenti umani e simpatia per altri.
Ci sorprendiamo della saggezza che risiede negli animali, nel loro mistero istintuale. Bogotà è luogo di vita o di passaggio per queste creature in viaggio. Ed è il luogo in cui molti esseri umani vivono con sofferenza.
Con una scrittura semplice e godibile, l’autrice sovrappone la sua passione per l’osservazione del mondo animale a temi politici e culturali che riguardano il suo Paese, la Colombia.
Ogni capitolo, in apertura, riporta una serie di epigrafi che nel loro complesso ci danno la somma delle ispirazioni ricevute per scrivere questo romanzo. Qui solo per poco ci fa vivere il canto della natura, la sua danza per la sopravvivenza che tiene in piedi gli equilibri del nostro pianeta.
Qui sotto vi lascio i versi del poema di Nezahualcóyotl:
Yo, Nezahualcóyotl, lo pregunto:
¿Acaso de veras se vive con raíz en la Tierra?
No para siempre en la Tierra:
sólo un poco aquí.
Aunque sea de jade se quiebra,
aunque sea de oro se rompe,
aunque sea plumaje de quetzal se desgarra.
No para siempre en la Tierra:
sólo un poco aquí.
Titolo: Qui solo per poco
Autore: María Ospina Pizano
Casa editrice: Edicola Ediciones
Pubblicazione: febbraio 2025
Pagine: 224
Traduzione: Amaranta Sbardella
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