Moca ripercorre il sentiero delle opere di Fleur Jaeggy indagando tra riferimenti letterari, autobiografia e silenzio tra le parole
Recensione di Chiara Bianchi
«[…]nell’opera di Jaeggy l’autobiografismo, se c’è, è sempre mimetizzato e spesso ridotto ai termini ultimi di un’ambientazione o di qualche riferimento sparso, ma poiché ogni scrittura è, in primo luogo, la scrittura del sé stessi, devono esistere degli spazi bianchi germinativi in cui chi scrive gioca con il proprio lettore coinvolgendolo nella ricerca del suo segreto».
Una consunzione infinita di Matteo Moca, uscito per Italo Svevo editore nella collana «Biblioteca di letteratura inutile» è un compendio alla centellinata opera di Fleur Jaeggy – traduttrice, scrittrice, drammaturga svizzera naturalizzata italiana, sposata con lo scrittore ed editore Roberto Calasso, proprietario di Adelphi, casa editrice che da sempre pubblica in Italia le sue opere.
Un saggio critico, quello di Moca, alla ricerca dello spazio bianco tra le parole, di quel che sta tra fuori e dentro le righe, che connette come un filo rosso tutta l’opera della scrittrice. Moca lo fa circoscrivendo tre macroaree tematiche: l’infanzia, che sempre è presente, l’autobiografismo, la morte e la follia nel suo ribaltamento con la realtà e i fantasmi. Tutta l’opera di Jaeggy dialoga con questi temi, con i libri dei suoi simili letterari: Ortese, Beckett, Bernhard, con l’amica Ingeborg Bachmann, traslando tutta la potenza della sua scrittura in un mondo costruito su un linguaggio onirico, spezzettato, gelido, penetrante.
Ed è nella ricerca dell’antidoto a tale potenza che Moca si mette sulle tracce della scrittura dell’autrice, facendo luce su tutta la sua poetica e dando spazio a una lettura di riscoperta.
Chi conosce già Jaeggy potrà confrontarsi con quanto Moca ha tracciato leggendo le sue storie, ma questo libro è anche per chi apre la porta per la prima volta al mondo consunto dell’infanzia che mai lascia l’autrice, a osservare «i misteri del pensiero dell’esistenza, perché è proprio in questo spazio che si situa l’autrice e, ancor di più, il suo processo creativo».
Una volta, quando avevo otto anni, la nonna mi chiese, cosa vuoi fare da grande? E io risposi, voglio morire.
(Fleur Jaeggy, Sono il fratello di XX)
Una consunzione infinita
Matteo Moca
Biblioteca di Letteratura Inutile
Codice ISBN 978-88-99028-87-9
Uscita: 15 novembre 2024
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