C’è un «Busenga» in ognuno di noi. Ce lo spiega nei fatti Nero, protagonista di questa nuova storia idealista e sociale.
Recensione di Chiara Bianchi
Luca Giommoni con il suo primo romanzo (Il rosso e il blu, effequ 2020) ci aveva già trascinato nel vortice tormentato del suo modo di vedere il mondo, una postura sempre vicina ai più deboli, agli invisibili, a quelli alla ricerca di un posto nel mondo. E con questo suo secondo romanzo Nero. Il complotto dei complotti, pubblicato da effequ, viaggia sulle stesse corde, ma in forma più ampia, anche in senso spazio-temporale.
La storia di Nero inizia in un presente fosco e inamidato, dove il protagonista disoccupato è alle prese con la ricerca di un lavoro. Affronta colloqui improponibili ma possibili nella realtà, è alle prese con il centro per l’impiego, luogo di perdizione (perché ci perdi proprio il senso del tuo esistere), le sue stanze, dove tra perdigiorno e ragionevoli lavoratori, Nero parte per un’avventura nello spazio e nel tempo.
Nero aveva bisogno di un complotto che lo confortasse o di un lavoro che lo annullasse. Gli tornarono in mente le parole senza senso del signor Ernesto alla Casa del Sorriso: “Sono andato all’ufficio di collocamento e sono tornato indietro per trovare lavoro”. Gli sembrarono parole piene di senso.
La storia strizza l’occhio alla cinematografia fantascientifica e alla narrativa di genere, ma resta dentro i personali canoni dell’autore riconoscibili nel materiale di vita vera a cui attinge per portare i suoi personaggi avanti e indietro nel tempo.
Costellato di una miriade di personaggi, nomi, storie che si intrecciano o affiancano quella di Nero, non manca la tenerezza – e forse il nucleo di questo romanzo risiede proprio nel desiderio di poter distruggere la linea temporale per riportare le cose al momento in cui erano belle – di un uomo che perde sua moglie e tenta di raggiungere la felicità a ritroso, ciò ha qualcosa di potente, poetico, come se il futuro senza quella persona non possa essere neppure presente.
Giommoni ha tastato molte corde, forse troppe, ma il suo occhio vitale, curioso, sul presente l’ha portato a scrivere pagine complesse, come complessa è la vita, fatta di lavoro, amicizia, amore.
Nero è un complottista, come sua madre. All’inizio c’è questo gioco con il numero dodici che si perde strada facendo, un peccato. Però, a me è successa una cosa strana…finito di leggere questo romanzo, sul marciapiede appena fuori casa ho trovato un tagliandino con il numero dodici. Non nego di essermi guardata attorno e ora vorrei poter raggiungere quella stanza del centro per l’impiego dove è possibile viaggiare nel tempo per trovare il modo di smettere di lavorare, perché come per Nero «se lo avesse fatto», lavorare s’intende, «sarebbe successo qualcosa di terribile».
Ah, il «Busenga» a cui alludo nel titolo, è un neologismo coniato dai personaggi, ma non vi svelo cosa significa, dovrete scoprirlo leggendo.
I complotti mi fanno compagnia, sono amici. Pensa se tutti i complotti fossero veri e non articolate paranoie, sarebbe un mondo più rassicurante, no?
Titolo: Nero
Autore: Luca Giommoni
Casa editrice: effequ
Pagine: 408
Pubblicazione: 2024
Compra sul sito dell'editore
Ti è piaciuto questo articolo? Dacci una mano! Il tuo aiuto ci consente di mantenere le spese di questa piattaforma e continuare a diffondere l'arte.
L'associazione si sostiene senza pubblicità ma soltanto con le tessere associative e l'impegno dei soci.
I Link verso i canali di vendita sono inseriti al solo scopo di agevolare gli utenti all'acquisto.
Sottoscrivi la tessera associativa con una piccola donazione su PAYPAL
Oppure puoi offrirci un caffè.