Erediterai la terra | Jane Smiley

Erediterai la terra | Jane Smiley

Dagli anni Novanta torna un classico che nasce da un classico
Recensione di Chiara Bianchi

Era il 1997 quando fu prodotto e lanciato sul mercato il film drammatico A Thousand Acres  (in italiano tradotto Segreti) della regista australiana Jocelyn Moorhouse, che vedeva nel cast, tra le altre, Michelle Pfeiffer. Il film, tratto dal romanzo A Thousand Acres  della scrittrice Jane Smiley, vincitrice del Pulitzer Prize nel 1992, era giunto in Italia nella traduzione di Roberta Rambelli per Frassinelli, con il titolo La casa delle tre sorelle.  
Quest’anno, La Nuova Frontiera fa entrare questo titolo nel suo catalogo, con la traduzione affidata a Raffaella Vitangeli, e con il titolo rinnovato in Erediterai la terra
La storia resta la stessa, naturalmente. 

La narrazione è affidata a Virginia Cook Smith, e inizia con una descrizione della fattoria nella contea di Zebulon, Iowa, dove «il numero di acri e le finanze erano elementi essenziali come il nome e il genere di appartenenza», in cui lei e le sue due sorelle minori, Rose e Caroline, sono cresciute. 
Dopo averci presentato i paesaggi, il lavoro nei campi, alcune note sull’infanzia nella fattoria, Virginia, detta Ginny, ci trasporta nel 1979, il momento in cui l’intero ingranaggio della sua esistenza, come anche di quella dei suoi cari, inizia a scricchiolare. Suo padre, Larry, ormai avanti con l’età, decide di formare una società con le sue proprietà agricole e di darne un terzo a ciascuna delle sue figlie. Ginny e Rose pensano sia una buona idea, mentre Caroline, la più piccola, avvocata e lontana dalla fattoria, pensa che non sia una buona idea. 
Larry non ha tempo da perdere, così decide su due piedi di lasciare fuori dall’eredità Caroline, con Ginny e Rose che si alternano a prendersi cura di lui. Ed è qui che inizia una tragedia di ingratitudine, follia e conflitto generazionale.

I riferimenti a un’opera monumentale come il Re Lear shakespeariano sono evidenti, ma quale storia che parli di famiglia ed eredità, e che termini in tragedia, non ha il sapore di quell’opera? Ma continuando la lettura, molto altro emerge di questi personaggi femminili cresciuti senza una madre, morta prematuramente: ci sono gli aborti spontanei di Ginny che desidera un figlio, la malattia di Rose, e la ribellione di Caroline, che ricentrano la storia nel periodo in cui accade. E poi il segreto taciuto e il difficile rapporto delle figlie con un padre sempre più esigente ed eccentrico. 
Altre figure maschili costellano la vita delle due sorelle alla fattoria, i due mariti e Jess Clark, vicino di proprietà scomparso per anni e tornato proprio quando le cose in famiglia si stanno mettendo male. 
Gli elementi shakespeariani a volte prendono il sopravvento dalla penna di Smiley e diventano quasi artificiali, allontanando effettivamente chi legge dalla storia centrale di queste tre donne alle prese con le apparenze pretese dalla comunità rurale, la necessità di continuare a sognare una vita differente e il bisogno di sentirsi vive. Tristemente, questo ultimo traguardo viene svelato fin da subito: la presenza di Jess, apre all’ipotesi, sin dalle prime pagine, a un intreccio basato sul tradimento. 

La scrittura di Smiley resta solida nella storia, ci trasporta e ci lascia visualizzare quegli acri di terra coltivata, la vita nella fattoria, i sapori delle cene e delle colazioni, i momenti di tranquillità davanti al porticato e quelli di profondo disagio familiare. L’ambientazione fa da traino a una storia fatta di segreti e di nuovi sviluppi nella vita di queste donne. 

Era estenuante restare a tavola: un gruppo di magneti con il polo rivolto a nord verso il centro del cerchio. Il senso di sollievo era palpabile quando ci si arrendeva e ci si alzava da tavola per andare in cucina a prendere qualcosa, o in bagno per far scorrere l’acqua e rinfrescarsi il viso.



Titolo: Erediterai la terra
Autore: Jane Smiley
Traduzione: Raffaella Vitangeli
Casa editrice: La Nuova Frontiera
Pagine: 448
Pubblicazione: 22 ottobre 2024

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