Mosley, già noto per la serie dedicata a Easy Rawlins, ci regala un nuovo protagonista che si muove in una città magnetica e spietata, specchio delle contraddizioni dell’America contemporanea. Un noir che intreccia redenzione, tensione e critica sociale.
Recensione di Paolo Perlini
Con La lunga caduta, Walter Mosley inaugura una nuova serie noir che si distingue per profondità psicologica e attenzione al contesto sociale (A questo seguiranno altri cinque titoli, l’ultimo dei quali scritto nel 2020).
Protagonista del romanzo è Leonid McGill, un investigatore privato di New York, tormentato dal peso di un passato fatto di compromessi morali e scelte discutibili. Il proprio passato Leonid lo definisce in modo originale, con un gioco di parole:
«Non vedevo Rinaldo da quando avevo deciso di cambiare una vocale e diventare da corrotto a corretto».
Ambientato nell’estate del 2008, il romanzo segue McGill mentre cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Ex pugile e uomo segnato dai sensi di colpa, il detective si trova a gestire tre casi intrecciati che mettono alla prova non solo la sua abilità, ma anche la sua integrità morale. McGill deve scoprire chi ha versato ingenti somme di denaro ad Ambrose Thurman, collega di Albany, per rintracciare quattro giovani scomparsi. Deve affrontare Tony "The Suit" Towers, un pericoloso delinquente deciso a ottenere ciò che vuole a qualunque costo. E, soprattutto, deve salvare suo figlio Twill, adolescente brillante ma incline al crimine, pronto a tutto pur di proteggere l’amica Mardi.
La caratterizzazione di McGill è uno degli aspetti più interessanti del romanzo. La sua ricerca di redenzione lo rende un personaggio straordinariamente umano, capace di suscitare empatia e riflessione. Mosley costruisce un protagonista complesso e imperfetto, che lotta per trovare un equilibrio tra passato e presente. Un uomo cresciuto con gli insegnamenti del padre comunista Tolstoj McGill, che lo abbandonò presto per andare «in Sudamerica a combattere fascisti o capitalisti o non so chi altri».
Accanto a lui, una vasta galleria di personaggi secondari – dalla moglie infedele Katrina al figlio Twill – arricchisce il racconto con storie parallele che offrono ulteriori spunti di riflessione.
La New York di Mosley è un ulteriore personaggio del romanzo. L’autore dipinge una metropoli multietnica e contraddittoria, in bilico tra progresso e ingiustizie sociali. Il tema della razza, pur presente, viene affrontato con sfumature che riflettono la complessità della società americana: dal razzismo latente di alcuni personaggi al senso di appartenenza e orgoglio che emerge in altri. E nonostante nel 2008 il Presidente degli Stati Uniti sia Obama, il razzismo non conosce scadenza.
Con La lunga caduta Mosley dimostra di essere un maestro del genere, capace di coniugare intrattenimento e profondità. Per chi cerca una lettura che unisca azione, introspezione e critica sociale, questo romanzo è una scelta imperdibile. Lo è soprattutto perché come in ogni romanzo hard boiled che si rispetti, il protagonista conclude l’avventura con un’amara considerazione:
«Avevo causato meno danni quando avevo lavorato per conto di assassini e ladri».
Titolo: La lunga caduta
Autore: Walter Mosley
Casa editrice: 21lettere
Pagine: 336
Pubblicazione: 20 novembre 2024
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