L’Africa non è un paese | Dipo Faloyin

L’Africa non è un paese | Dipo Faloyin

Questo libro metterà in crisi le vostre presunte conoscenze sull’Africa moderna.

Recensione di Chiara Bianchi

Un ricordo distinto di me bambina negli anni Ottanta è la ferocia delle immagini pubblicitarie di bambini africani senza vestiti, magrissimi, con gli occhioni rivolti all’obiettivo di una macchina fotografica, e una voce che si insinuava nel cervello al ripetersi di un aiutiamoli, hanno fame. 
«Povertà o safari, e in mezzo niente», guerre e dittature, l’apocalisse avveniva sotto gli occhi di tutti. Ma non ricordo una lezione di storia a scuola in cui si parlasse del colonialismo come una peste portata proprio da noi occidentali in quelle terre così distanti eppure così vicine. 
Dipo Faloyin, con il suo libro L’Africa non è un paese (Altrecose, 2024) prova a fare i conti con i vari luoghi comuni insinuati nelle sinapsi degli occidentali per dare voce a una Storia raccontata da un altro punto di vista. Sceglie di farlo in maniera argomentata e con profonda ironia nel rispetto di un continente ridotto, dalla narrazione occidentale, a un unico blocco senza distinzioni. 

A casa nostra la storia non è scritta dai vincitori, ma da chi parla per primo. 

Faloyin si racconta attraverso la nazione di appartenenza, la Nigeria, con la sua megalopoli Lagos, che «ha il suono dell’impazienza e dell’eccesso di confidenza», che «odora di frutta fresca e di diesel». Scopriremo come il nostro deviato immaginario ci presenti il conto di tanta ignoranza. 
Nei capitoli successivi, Faloyin si muove tra la storia dei coloni europei e il tracciamento dei confini delle varie nazioni: inventati con matite e righelli senza nessun criterio che tenesse conto delle popolazioni, delle tradizioni e delle culture di tutte le duecentocinquanta etnie presenti. Provate ad aprire una cartina politica dell’Africa e quelle linee rette vi sembreranno ancora più imbarazzanti dopo aver letto questo libro. 
Salvare l’Africa è diventato il motto del Novecento occidentale. Da cosa? Con certezza possiamo dire che non ci fosse nulla da salvare, se non forse dalla furia continua e perpetuata della presenza occidentale sui territori. 

Ma poiché l’analisi dell’autore si muove senza vittimizzazione alcuna, il discorso prosegue con cura nell’approfondimento di alcune nazioni e dei loro successivi passi per l’indipendenza dai coloni, detti Uomini Bianchi in Cachi. 
E dopo aver affondato le mani nei giochi di potere, Faloyin ci prende per mano e ci fa un resoconto puntuale sulla viva questione attualissima dei furti d’arte protratti per anni e mai restituiti ai legittimi proprietari. Scoprirete frasi imbarazzanti, che riportate in un questo contesto preciso, vi daranno la misura di alcune assurdità prodotte da menti occidentali. 
Andando avanti, però, Faloyin compie la straordinaria operazione di presentarci un mondo contemporaneo completamente sconosciuto ai più. 
Conoscete Nollywood? E i movimenti pacifici, democratici e per i diritti civili tenuti in piedi dalle giovani generazioni in Algeria, Nigeria, Namibia, Uganda? Sapete dei movimenti femministi presenti in molti paesi, di donne combattenti che hanno lottato per la libertà? Riuscite a immaginare nazioni governate da donne? Parlamenti a maggioranza femminile? Sapete che il piccolo stato del Botswana è un esempio di democrazia e di stabilità economica a cui guardare? 

L’importanza della cultura e dell’arte sta cambiando le prospettive delle giovani generazioni. La musica afrobeat, il cibo, la letteratura e il cinema rappresentano i giovani africani pronti a raccontare la loro storia, le loro radici, i loro desideri. E tutto questo non può restare inascoltato. Perché anche se «l’Africa è stata trattata più come un’idea che come un luogo. Un’idea di sofferenza e di lotta. Un’idea di violenza. Un’idea di leadership maledetta. Un’idea di grande debolezza che può essere facilmente sfruttata e spogliare dei suoi beni», «prima che il mondo bruci, è necessario raccontare le nostre storie» scrive Faloyin, «fino in fondo, in prima persona, in qualsiasi modo». E noi non possiamo fare altro che stare ad ascoltarle, imparando a capire ciò che credevamo di conoscere già, per scoprire quel futuro che gli africani di ogni singola nazione stanno tentando in tutti i modi di costruire. 



Titolo: L'africa non è un paese
Autore: Dipo Faloyin
Traduzione: Tommaso Bernardi
Casa editrice: Altrecose editore
Pagine: 472
Pubblicazione: 28 agosto 2024

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