Il futuro è intessuto di errori compiuti nel presente. Come porvi rimedio?
Il commissario Belletti ci prova.
Recensione di Paolo Perlini
Per leggere questo noir, Belletti e il Lupo di Paolo Scardanelli dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, nel gennaio del 1982 e immaginare il clima di allora. Proprio quel mese, a Roma venne catturato uno dei principali brigatisti rossi e a Padova fu liberato il generale Dozier. A quel tempo a Milano la nebbia era spessa come il burro e pesante come il piombo; non esistevano cellulari e social, tutto era più lento, ma già nasceva la “Milano da bere”, il rampantismo diffuso, l’estetica a sovrastare l’etica.
Una sera di quel gennaio si conclude la vita di Andrea Costa, uno dei migliori carpentieri metallici: mano ferma, nervi d’acciaio, anche quando lavora appeso a decine di metri di altezza. Da quelle altezze si gode una bella visuale, ma la nebbia è l’ultima cosa che ha visto, prima di precipitare. Prima di essere sparato.
È un’indagine popolare e torbida, una storia di corna, ricchezze nascoste, miseria, bionde dell’Est e night club. È su questo che indaga il commissario Alvise Belletti. Di lui dicono che è uno che stringe il cerchio per scovare infallibilmente la preda, che poi si dibatte senza speranza nella sua presa di ferro. È un mastino, uno che prende l’osso e non lo molla mai, sino alla fine.
Belletti è coadiuvato dall’ispettrice Chiara Regazzoni, “una donna asciutta, dal fisico scattante e dalle buone proporzioni. Un volto franco e sincero, sguardo acuto e armonico”.
Un giorno il commissario riceve una lettera anonima:
“Lei, così giovane e bella, lui la farà fuori, la sbranerà come fa il lupo con la preda.
Un padre”.
Belletti non è un commissario come gli altri. Lo si può immaginare come un Maigret, appassionato della buona tavola e del bere, con un sigaro al posto della pipa, e anche lui ha una moglie che lo attende a casa. Al tempo stesso, ricorda un attempato Dylan Dog, che crede nei presentimenti, nel sesto senso, nelle premonizioni. Forse è per questo che sente il dovere di scoprire chi sia quella ragazza giovane e bella destinata a essere sbranata da un lupo. E quindi si apre un'indagine parallela, una trama secondaria che in realtà è la più importante.
È il romanzo di Scardanelli con meno riferimenti musicali ma sempre denso di richiami filosofici. Il tema principale è la Giustizia, quanto può essere elastica, come va servita, come renderla veramente uguale per tutti. E può esserci una Giustizia equa, imparziale e accessibile a tutti se viene coinvolto Roberto de Sottis, rampollo di una famiglia bene, prossima alla quotazione in Borsa?
Prevarremo, Belletti, prevarremo.
Titolo: Belletti e il lupo
Autore: Paolo Scardanelli
Casa editrice: Carbonio editore
Pagine: 208
Pubblicazione: 1 novembre 2024
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