I fantasmi di Tario sono cosa di tutti i giorni. Seppur sfuggevoli si confondono con la realtà conosciuta
Recensione di Chiara Bianchi
Dopo Fra le tue dita gelate. Racconti fantastici, Safarà Editore porta in Italia un’altra raccolta di racconti di Francisco Tario dal titolo La settimana scarlatta e altre storie infestate nella traduzione affidata a Raul Schenardi.
Tario ha vissuto il Novecento messicano, è stato scrittore, apprendista astronomo e calciatore. Poiché non ha mai aderito, durante il corso della sua esistenza, a correnti letterarie e artistiche è stato esiliato all’invisibilità fino a qualche anno fa, quando l’interesse per la sua forma breve l’ha consacrato figura capitale della narrativa fantastica latinoamericana. Il suo modo di indagare la soglia tra il reale e il fantastico con humor grottesco gli è valso il posto nell’Olimpo degli scrittori da ricordare.
Rispetto alla precedente, nei nove racconti contenuti in questa raccolta è lampante la scelta di allontanarsi completamente dalla scrittura sociale e politica in cui erano immersi i suoi coetanei scrittori (siamo negli anni Cinquanta) per declinare il surreale a una dimensione atemporale ma scenograficamente più europea.
Con la sua «vocazione all’irrealtà» citando Augustín Conde De Boeck, al quale è affidata la prefazione del volume, «Tario definisce expressis verbis il suo rifiuto del realismo tradizionale, che giudica con annoiato disprezzo, come se […] il genere fantastico trattenesse il senso antropologico esclusivo della vera arte: la predisposizione al mistero, all’ignoto e al simbolico».
La variegata galleria di personaggi a cui Tario ci ha abituati: ossessivi, matti e allucinati, si intrecciano alla scelta di narrare il soprannaturale nelle sue sfaccettature. Ci inoltreremo nello spiritismo, nel mistero della resurrezione, nello spiritualismo e nella scienza.
Tra follia e sogno, quest’ultimo utilizzato come meccanismo per innescare la confusione, o meglio, la commistione tra realtà e mondo onirico, Tario sembra voler confermare quanto consideri la vita come una farsa, un inganno a cui l’uomo non può sfuggire.
In O fantasma o defunto, sul credere o meno all’esistenza dei fantasmi, lascia dire al suo narratore: «il tema dei fantasmi rallegra in modo straordinario gli sciocchi, come una conversazione licenziosa» e poco dopo «che caos orribile quello creato da Dio». In un continuo rimpallo di punti di vista sull’argomento, Tario riesce a mettere sullo stesso piano religione e spiritismo come due realtà concatenate irrimediabilmente.
Il mio preferito resta Ciclopropano dove la mente scientifica si scontra con il concetto di morte in un racconto a tratti esilarante, almeno quanto La zolletta di zucchero, altro scenario in cui due reporter cercano di intervistare e di capire il mistero della longevità di una famiglia reale.
Ma è nel racconto che dà il nome alla raccolta italiana che troviamo forse il senso delle sue scelte narrative, quando Tario lascia dire al narratore: «L’ingenuità di quelli che camminano ancora sulla terra. Di quelli che ritengono che le cose siano piuttosto semplici. Vivi, muori – affermano. E immaginano che siano le uniche due alternative». Invece, per Tario c’è molto molto altro e non vi resta che avventurarvi in questo suo universo.
Titolo: La settimana scarlatta
Autore: Francesco Tario
Casa editrice: Safarà editore
Pagine: 272
Pubblicazione: settembre 2024
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