«…arriva come un pizzicore lieve al naso, accompagnato da un’immagine troppo rapida per poter essere messa a fuoco, ma per qualche istante si percepisce, netto, quell’odore acido e muschiato, animale e minerale, pelliccia e pietra, dal quale, una volta sentito, non ci si libera più.» È L’odore dei cortili di Giuliano Brenna.
Recensione di Paolo Perlini
Come ogni casa, ogni città ha il proprio odore, unico e indistinguibile, che sopravvive alla standardizzazione portata dalle grandi catene di ristoranti e dai marchi di moda. Questo senso d’identità, annidato tra i cortili e gli spazi più nascosti, è il cuore pulsante di L’odore dei cortili di Giuliano Brenna, pubblicato da Il Ramo e la Foglia edizioni.
La cornice nella quale si muovono inizialmente i protagonisti del romanzo è Lisbona, il Portogallo nella fase di transizione da dittatura a democrazia. Delle tre dittature mediterranee gli iberici e i lusitani, furono i più longevi e mantennero un regime autoritario fino alla metà degli anni Settanta. La dittatura portoghese, nota come Estado Novo (Stato Nuovo), fu guidata da António de Oliveira Salazar. Salazar, cattolico tradizionalista, era una figura austera e autoritaria che, pur ispirandosi a Mussolini, dichiarava come modello ufficiale la dottrina sociale della Chiesa cattolica. La sua visione politica cercava infatti di fondere Stato e morale religiosa, puntando a costruire una società ordinata e disciplinata sotto i valori cristiani. Tuttavia, come spesso accade quando religione e potere si intrecciano, il risultato fu tutt’altro che positivo: ne derivò una forte repressione delle libertà individuali, censura e un rigido controllo sociale che soffocava ogni forma di dissenso.
Il giovane protagonista, Mattia Rosenberg, è un ragazzino gracile e spesso malato. Non ha mai conosciuto il padre, che un giorno partì per la Francia promettendo di tornare, ma da allora nessuno lo ha più visto. Mattia si sente in colpa per la sua debolezza fisica, che preoccupa sua madre Serena, domestica nella casa della famiglia de Sousa. Il senso di colpa si amplifica quando Serena viene assassinata dagli agenti della PIDE, la polizia segreta del regime. Rimasto orfano, Mattia cresce grazie alla zia Clara e allo zio Rui, che abitano nell’appartamento accanto.
Col tempo, Mattia si distingue dai suoi coetanei per l’altezza e per i capelli rossi ereditati dal padre. Su consiglio dello zio, inizia a praticare nuoto, ed è in piscina che, osservando il maestro e gli altri allievi, comincia a scoprire una nuova consapevolezza verso il proprio corpo e verso gli altri uomini.
A pochi minuti dalla sua prima esperienza intima – un incontro fugace e clandestino – Mattia si sofferma ad osservare una grande casa abbandonata:
«Le erbacce, cresciute disordinate tra le tegole, sembrano voler dire del tentativo, imprevisto e disordinato, di costruire una nuova esistenza sulle rovine di una vita, non si sa se giusta o sbagliata, forse semplicemente fuori posto nel momento in cui si è svolta».
Il suo cammino è un crescendo di incontri e rapporti occasionali, nei quali tenta di portare ordine nel proprio caos interiore e costruire un’identità, pur nella confusione.
A portare ordine nella sua vita è il capitano Green, figlio di una nobile famiglia decaduta. In una precedente vita, quando si chiamava Martim Pereira Gomes, per nascondere un’inflessibile dittatura interiore, un censore spietato che reprimeva ogni dissenso interno, aveva aderito senza riserve al regime. Credeva che schierarsi dalla parte del carnefice lo potesse proteggere dall’essere vittima. Ogni venerdì pomeriggio, Green impone a Mattia un rituale di sottomissione, con mordacchie, cinghie e vergate, inflitte con precisione, durezza, ma senza sadismo gratuito.
In questi due personaggi si può vedere la metafora del popolo portoghese e della dittatura di Salazar. L’odore dei cortili diventa così un romanzo di trasformazione e riscatto. Alla fine, come il Portogallo, anche Mattia riuscirà ad affrancarsi dall’oppressore, dai suoi sensi di colpa e trovare la libertà di vivere.
Nella scrittura di Giuliano Brenna traspare tutto il suo amore per il Portogallo. In molte pagine si respira una sorta di nostalgia e affetto verso una terra intrisa di storia e complessità, a noi molto vicina. Una scrittura sensoriale, in cui si percepiscono sì, gli odori dei cortili, ma in cui anche tutti gli altri sensi vengono in qualche modo stimolati. Un omaggio sincero a un Portogallo autentico e indimenticabile.
Titolo: L’odore dei cortili
Autore: Giuliano Brenna
Casa editrice: Il ramo e la foglia edizioni
Pagine: 264
Pubblicazione: 2024
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