Tra il romanzo giallo e di denuncia sociale, il racconto di una Spagna alle prese con la crisi economica e lavorativa degli anni Duemiladieci
Recensione di Chiara Bianchi
Esserci o non esserci, questo il problema dei trentenni invischiati nelle loro vite e nella sparizione di Teresa. Sullo sfondo la Madrid delle manifestazioni e degli scontri con la polizia degli anni Dieci di questo secolo.
Giuliana Zeppegno, che vive in Spagna da diversi anni, sceglie di raccontare una sparizione e lo spaesamento che questo evento crea nei protagonisti, parallelamente alle prese con la loro vita quotidiana: tra amori tossici, tradimenti, carriere incerte, attivismo, pensieri politici e anarchie da valutare.
Giulia, la prima a parlare nel prologo, usando la seconda persona – espediente narrativo già utilizzato dall’autrice nel suo esordio (La luce che pioveva, L’orma, 2022) – ci presenta lo scenario in cui navigheremo. I capitoli successivi lasceranno parlare in prima persona gli altri personaggi: Andrés e David, che si muovono tra il racconto dei fatti accaduti nelle manifestazioni e il loro disincanto per la vita che ha messo i loro sogni nel cassetto delle stanze occupate in cui vivono. Il cambio di punto di vista sarebbe impercettibile linguisticamente se non ci aiutassero i titoli dei capitoli, poiché il lessico è un po’ piano, poco caratterizzante i personaggi. Con la formula «ho bisogno di…» ogni personaggio racconta le proprie necessità di sopravvivenza. I ricordi sfocati dal tempo e dal trauma subito «come dopo una sbornia» lasciano spazio a una riflessione a più livelli che si apre man mano al concetto di solidarietà e di comunità.
Tra un capitolo e l’altro ci sono le pagine che l’autrice ha scelto di dedicare, come quadri scenografici, alla città di Madrid: scorci invisibili di vita quotidiana, personaggi spesso dimenticati dalla società popolano queste pennellate di realtà al di fuori delle esistenze dei protagonisti.
Il movente della storia è la scomparsa di Teresa, gestora del Babel, un piccolo bar di quartiere. Il gruppo si mobilita per cercarla, affidandosi alle associazioni e ai gruppi dissidenti che frequentano e in ultimo alla polizia.
Quanto conosciamo chi ci sta accanto? Mai abbastanza. Quanto conosciamo noi stessi, mai abbastanza. Questo il mantra che insegue i protagonisti, man mano che si addentrano nell’esistenza di Teresa, fino a giungere ai suoi quaderni.
Al ripensare alle morti negli scontri, alla sparizione di Teresa, si fa sempre più battente il pensiero “Sarebbe potuto toccare a me”, che racconta la paura. L’ultima parte del romanzo è il resoconto del quarto quaderno scritto da Teresa. Dove si dipana il mistero della sua scomparsa.
L’indignata di Zeppegno contiene molti temi attuali: dal diritto all’aborto allo stalking, alle riflessioni sulla libertà e sulla società spagnola, ma soprattutto mi pare di intravedere una forte disillusione nei confronti della rete, della comunità di appartenenza, quasi a dirci che non c’è rete che tenga quando dentro ognuno di noi facciamo a pugni con i nostri demoni. Alla luce della scelta di non condividere con gli amici il racconto di alcuni traumi subiti o fatti subire mi pare si insinui una riflessione sulla vita, su quanto sia un gran casino a qualsiasi età, di quanto alle volte una sconosciuta possa essere il luogo più sicuro a cui affidare il proprio passato. Un cerchio si chiude al termine di questa storia, ma molte questioni restano aperte, come nella vita.
[…] il mio attivismo è inseparabile dal mio malessere, dalle mie angosce.
Titolo: L'indignata
Autore: Giuliana Zeppegno
Casa editrice: TerraRossa edizioni
Pagine: 256
Pubblicazione: 7 novembre 2024
Compra sul sito dell'editore
Ti è piaciuto questo articolo? Dacci una mano! Il tuo aiuto ci consente di mantenere le spese di questa piattaforma e continuare a diffondere l'arte.
L'associazione si sostiene senza pubblicità ma soltanto con le tessere associative e l'impegno dei soci.
I Link verso i canali di vendita sono inseriti al solo scopo di agevolare gli utenti all'acquisto.
Sottoscrivi la tessera associativa con una piccola donazione su PAYPAL
Oppure puoi offrirci un caffè.