Un narratore autocondannato alla sfida di scrivere ogni giorno, per un anno
Recensione di Chiara Bianchi
Dario De Marco ha accettato la sfida con il tempo. A un secolo dalle inconcluse Novelle per un anno pirandelliane, l’autore prende appunti e pubblica con Wojtek edizioni le sue “novelle”.
La copertina, affidata ad Antonio Bobo Corduas, ci ricorda sin da subito l’origine del titolo che, però, nel linguaggio tipicamente “wojtekiano” – in cui la parola d’ordine è sperimentare – diventa 9Lx1 (365,25) un calcolo che prevede l’anno bisestile.
De Marco lascia al suo narratore le fila di una serie di appunti che costituiscono il nucleo vivo di questo gioco sulla pagina: le parole prendono vita, si muovono, spostano il focus dai social a Wikipedia, dalla finta recensione all’incipit di una storia, dall’haiku alla brevitas del microracconto, ai dialoghi. Le parti più interessanti sono quelle che collegano tale scrittore Aristide Maselli alle sue opere: un possibile alter ego di De Marco stesso, o frutto delle sue ossessioni, questo personaggio condensa la forza della parola con il ritmo e il piglio di certi scrittori cari all’autore (parlo di Manganelli, Morselli, Monterroso, Cortázar).
Il 19 novembre dell’anno X chi scrive riassume la storia della scelta di uno scrittore, per poi rimproverarsi di aver promesso di non scrivere mai più di uno scrittore come protagonista.
È l’autocondannato De Marco (o De Carlo, altro doppio dell’autore, credo) che, fattosi parole, al 30 dicembre, a un passo dalla fine dell’anno, scrive: «Autocondannato a scrivere per un anno un progetto con l’illusione di trovarsi davanti a un’opera fintamente frammentata ma occultamente organica, coerente. Far intravedere un disegno che noi sappiamo benissimo non esserci». Quanto dice quel semplice “noi”. De Marco in queste 365 improprie novelle non era solo. Leggendo queste pagine lo capirete passo dopo passo, anzi, giorno dopo giorno.
Titolo: Novelle per un anno
Autore: Dario De Marco
Casa editrice: Wojtek
Pagine: 450
Pubblicazione: 4 settembre 2024
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