«Mi scu-ci, ci-niò-re, à visto pe-ccaso mio pa-ttre?».
La favola hardcore di Graziano Gala; ce ne parla Maria Teresa Renzi-Sepe.
In una notte fredda un bimbo bussa alla porta di un vecchio solo. Senza nome, cerca un padre che non c’è. In quel mondo spietato ci sono solo uomini: chissà che fine hanno fatto tutti quanti, le donne per esempio, che un mondo senza gli altri è un carro senza ruote. La violenza sembra un cerchio e lo spazio, il tempo e tutto ciò che esiste si deforma col dolore. Da straniero in mezzo ai barbari, non sapendo cosa farne, si battezza il bambino con la broda della mensa: si chiamerà Popoff. Inizia la sua vita con il vecchio, di nome Cimino: peripezie, sventure, umiliazioni e colpi di scena mentre cerca una luce, una voce, il calore.
Popoff, edito da Minimum Fax, è una favola sull’abbandono. Il mondo fa paura, è freddo e buio, ma la lingua è colorita, multiforme, o comica. La si dovrebbe inserire in un discorso contemporaneo sull’italiano letterario; ma tutto quel che si può dire in questa sede è che ad alcuni piacerà, ad altri meno, e per capirla la dovete leggere e cantare nella testa. Il libro racconta anche la ricerca insostituibile di qualcosa che riempia – non solo la pancia – pure quando sembra che la speranza sia bella che andata. Graziano Gala celebra l’emarginazione, nella forma, nella mente e nella lingua. Ma soprattutto celebra i cosiddetti sostituti, come lo è Cimino per Popoff. Quelli che aprono la porta e ci salvano, che ci accudiscono, e prendono un posto ancor più importante di quelli che non l’hanno occupato: ci guardano esistere lavandoci gli stracci (o facendone creatura viva, nel caso di Cimino).
Popoff, uno dei personaggi più famosi dello Zecchino d’Oro, ha popolato spesso e volentieri la mia immaginazione bambinesca: mi faceva sbellicare (ahimè) che Popoff rotolasse fino al Don prendendo la rincorsa. C’era già, tuttavia, grande inquietudine nella mia risata perché Popoff, con quegli stivali incastrati nella neve, mi stava dicendo senza troppi giri di parole che la vita è un dolore che non si cura, al massimo si schernisce. Da grande ci ho voluto vedere un’altra cosa, ovvero che ciò che per uno rappresenta uno svantaggio può essere anche salvezza. Il libro di Gala mescola entrambe queste consapevolezze: fra analogie e giochi di pensiero, ha dato linfa nuova a quel cosacco nella steppa sconfinata, scrivendo una favola hardcore.
Titolo: Popoff
Autore: Graziano Gala
Casa editrice: minimum fax
Pagine: 182
Pubblicazione: agosto 2024
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