Eravamo come fratelli | Daniel Schulz

Eravamo come fratelli | Daniel Schulz

L’infanzia nella Germania dell’Est, la caduta del muro: la storia di un ragazzo cresciuto durante la fine di un mondo, quello della DDR. La violenza e l’odio declinate a servizio di uno spaesamento collettivo.
Recensione di Chiara Bianchi

La DDR non esiste più da quando, trentacinque anni fa, quel muro che divideva le due Germanie è stato cancellato, apparentemente cancellato, come è stata cancellata la Germania dell’Est. Una trasformazione storica in cui donne uomini e bambini cresciuti sotto la guida della Leseland – così la chiamava il sistema comunista dell’Est teutonico, sarebbe a dire “il paese della lettura” dove la cultura e la letteratura avevano un ruolo centrale – si ritrovano a fare i conti con lo sgretolamento lento e inesorabile di un nulla irrimediabile. 

Chiudono le fabbriche, la gente si sposta a ovest carica di promesse e di speranze, ma c’è chi resta, come le famiglie dei giovani raccontati in questo romanzo d’esordio, edito da BEE e tradotto dal tedesco da Federico Scarpin
Daniel Schulz ci racconta il radicare dell’odio e dell’intolleranza tra giovani spaesati da un sistema che non ha più alcuna certezza. 

Inizia così: «Ho acciuffato il primo nazista». 

Le etichette politico-sociali si sprecano nel corso di queste pagine, le categorizzazioni abbondano, eppure il protagonista del romanzo appare smarrito di fronte a tutto ciò. 
Gli amici d’infanzia crescono, si definiscono attraverso mode, gerghi e azioni, mentre lui resta protagonista-osservatore, spesso guidato dalla paura di sbagliare. 

«Perché non sei più di sinistra?». Volevo chiederlo a Dominik da quando ci conosciamo, ma finora ho sempre respinto questa domanda. Non per paura di lui, piuttosto per paura della risposta. Se un punk può diventare un nazista, allora chiunque altro può diventarlo. 

È così che non vede quello che dovrebbe vedere: l’odio gli si consuma sotto gli occhi e cresce sotto la pelle, i ricordi d’infanzia – a cui sempre torna nei racconti della sua strampalata famiglia dell’est – si scontrano con la realtà nebulosa e pericolosa rendendo il suo stesso essere (nel senso proprio di esistere), e quello di tutti i suoi coetanei, difficile da contemplare all’interno di un disagio collettivo. 
Ci sono tutti gli elementi per definirlo un romanzo di formazione: c’è l’amicizia, l’infanzia, la crescita, gli amori, la famiglia, le botte, ci sono le canzoni a ricamare la tela di un’epoca. Ma c’è di più: il bisogno di raccontare una vita, come tante altre, lasciata sprofondare nella nebbia fitta, come quella descritta delle campagne del Brandeburgo, oltre la quale non si vede più lo Stato, perché spazzato via dalla Storia. 

E l’amore adolescenziale, raccontato con queste parole «Stare con lei mi fa sentire come se avessi una gamba nel mondo giusto e l’altra da qualche parte, lì vicino», diventa esperienza di un sentire che va oltre i sentimenti.




Titolo: Eravamo come fratelli
Autore: Daniel Shulz
Casa editrice: Bottega Errante Edizioni
Pagine: 296
Pubblicazione: 2024

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