Interferenze | Sandra Branca

Interferenze | Sandra Branca

Un esordio che ci racconta una fisica del silenzio e un’ipocondria delle parole. 
Ce ne parla Maria Teresa Renzi-Sepe

Continua la collana di testipazzi di déclic con un nuovo, breve racconto di un baratro. Parole che dall’essere fauci e ganci si dissolvono. Inesistenti, sono le parole che ci circondano, quelle che noi, gli animali e tutte le cose secerniamo ogni giorno. Lo sono perché restiamo fortezze in mezzo al deserto, e non troviamo riscontro fra ciò che siamo e ciò che è. 
Un problema di comunicazione – come sempre – un problema di lingua. Provarci è difficile e allora si smette di volere e si scende verso l’oblio. Impossibile da dire cosa c’è sul fondo, perché chi si salva è costretto a risalire prima di toccarlo. Magari è come risvegliarsi da un incubo. 

In Interferenze, Sandra Branca ci racconta un burnout, un’agorafobia e una ipocondria delle parole. Il silenzio diventa un solido e lei ce lo descrive, come farebbe una fisica. A me ha ricordato che ci sono due tipi di silenzi: il vuoto insalubre e venefico da una parte, e l’assenza dall’altra. Il primo appartiene alla morte, il secondo alla vita, e solo quest’ultimo è necessario a sopravvivere – o a sopravvivere a chi non sopravvive.

Cos’e che ci salva alla fine? Magari, scrivere. Scrivere è comunicare.
«Scrivo per schivare».




Titolo: Interferenze
Autore: Sandra Branca
Casa editrice: déclic edizioni
Pagine: 80
Pubblicazione: 20 settembre 2024

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