Con un linguaggio non poco scherzoso si rifà l’uomo daccapo, trasformando la bestia che è in noi con storie catartiche.
Ce ne parla Maria Teresa Renzi-Sepe
Una nuova genesi dell’umanità: sette giorni per riscrivere le origini, affinché l’uomo crei ancora l’uomo senza passare da dio. Spegnendo fuochi e sviscerando stelle, creando montagne mangiando, offrendosi agli altri per salvare il mondo.
Le nuove favole – edito da Edicola edizioni – incastra con erudita ironia la mitologia, la tradizione biblica, la letteratura e la storia come pezzi di un puzzle. Poi le ribalta, cosicché il pomo della discordia lo mangino i vermi e che nessuna mela possa più accostare il peccato alla donna. La civiltà non nasca fra i giardini di Babilonia ma siano i giardini stessi a circoscriverla. L’uva non la brami volpe, ma la mangi chi è consapevole che anche un solo acino può fare la differenza in un grappolo.
Particolarmente emblematica e divertente è la favola di Madama Patata, in cui la messa in scena diventa la vita stessa e la creazione dell’uomo gode finalmente di quella tanto a lungo privatagli autonomia.
Con un linguaggio non poco scherzoso, l’autore Livio Santoro rifà l’uomo daccapo, curando la bestia che è in noi con storie serie e catartiche, fino a trasformarla.
Titolo: Le favole nuove
Autore: Livio Santoro
Collana: Lo Stivale
Pagine: 96
Pubblicazione: febbraio 2024
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