Un libro per descrivere i colori della violenza. Da una storia vera.
Ce ne parla Maria Teresa Renzi-Sepe
Nella Turchia rurale, sulla soglia del 1980, Filiz è una dei tanti, troppi bambini affamati di un padre violento e una madre stanca. Ha solo, forse, tredici anni e sa già che presto indosserà anche lei i gioielli blu.
Quando Yunus le promette il sole a ovest, un futuro in cui avrebbe indossato blue jeans e scelto cosa comprare al supermercato, Filiz corre nella neve senza guardarsi indietro. Ma davanti a lei ci sono anni difficili, tre figli, l’Austria, e tanti gioielli blu.
Nel suo secondo romanzo dal sapore di poema in prosa, Katharina Winkler – tradotta da Cristina Proto per Cencellada – ci descrive i colori della violenza. Il rosso, il blu, e tutte le loro sfumature si addicono alle donne, si indossano con la vergogna e si fanno con l’onore degli uomini. Parassiti, dentro e fuori il corpo di Filiz.
In uno stile asciutto e salmodico leggiamo la vita della giovane protagonista: i suoi spostamenti dalla Turchia all’Europa, da un carnefice all’altro, in un monologo intimo. L’autrice accarezza lieve certe questioni culturali e politiche, come l’emigrazione turca in Germania e il PKK, e si concentra sull’io. Noi possiamo solo seguirlo nella sua solitudine.
Adorna di gioielli blu, Filiz è incastrata in una spirale di violenza che terminerà solo alla fine degli anni ’90.
Questa è una storia vera.
Titolo: Gioielli blu
Autore: Katharina Winkler
Casa editrice: Cencellada
Pagine: 304
Pubblicazione: 2024
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