Oltre la soglia del dolore | Katerina Gordeeva

Oltre la soglia del dolore | Katerina Gordeeva

I poveri vanno alla guerra, a combattere e morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo di altri. (Plutarco). Purtroppo non bastano le citazioni per impedire una guerra.
Recensione di Paolo Perlini

Anche se una mia opinione ce l’ho, non voglio entrare nella sterile polemica che contrappone le ragioni della Russia a quelle dell’Ucraina. A me pare tutto così chiaro ed evidente che trovo inutile il fatto di mettersi a discutere su chi sia stato il primo e il perché. A questo punto, aver ragione o torto, non interessa più a nessuno, ancora di meno alle vittime.
È questo che viene fuori da gran parte delle testimonianze raccolte dalla giornalista Katerina Gordeeva, raccolte nel volume Oltre la soglia del dolore.

Katerina Goordeva è una giornalista indipendente. Fino al 2012 ha lavorato come reporter televisiva, corrispondente di guerra dalla Cecenia, dall’Afghanistan e dall’Iraq.
Vive all’estero da quando la Russia si è annessa la Crimea e ha iniziato la guerra nell’Ucraina sud-orientale. Metà della sua famiglia vive a Kiev.
«E questo significa che la mia nazione – per cui, formalmente, anche a nome mio – ha mosso guerra a quelli che amo».

Nel 2020 ha creato il suo canale YouTube, nel 2022 ha ricevuto il Premio Anna Politkovskaja.
Da quando è iniziata la guerra ha viaggiato nei centri di assistenza sparsi per l’Europa per documentare le sofferenze, le atrocità commesse su entrambi i territori. 
Di fronte alla tragedia della guerra le voci degli ucraini, dei russi, degli abitanti dei territori contesi del Donbass sembrano dire la stessa cosa. 
Innanzitutto si comprende la sua difficoltà, come russa, di farsi accettare dalle donne ucraine:
«Non siamo noi che abbiamo cominciato la guerra, ma lei è arrivata da noi e ci ha portato via tutto».
Si percepisce la sua inquietudine prima dell’incontro con Irina di Buča. «Perché dalla mia vita pacifica è impossibile credere che degli uomini abbiano fatto qualcosa del genere ad altri uomini?» si chiede l’autrice.Dice Ljuda:
«Ce ne sono di quelli che la guerra trasforma presto in animali. Ne ho visti diversi: non appena gli mettono un’arma in mano, perdono ogni tratto d’umanità. Perdono anche la coscienza e la compassione».

Una considerazione che diventa lampante quando chiede a una donna chi fu a sparare agli uomini che andavano a prendere l’acqua al Palazzo del Ghiaccio.
«Per me è del tutto indifferente. Non so che soldati erano. Io non li ho visti. Ma cambierebbe qualcosa? …Capisce, in una situazione del genere è ormai del tutto irrilevante chi è che spara: sparano tutti. E tu sei come una lepre, perché, chiunque spari, spara contro di te».

Passiamo attraverso le storie di Tanja, Marina, Julia, Ljuda, la moglie di Leša, soldato russo. C’è quello di Irina, Galina, Inga, Ruslan.  Molte che si chiedono: «Cos’è questo pacifico mondo russo, che denazifica e mette a morte le vecchiarelle? Che ce ne facciamo noi di questo pacifico mondo russo?». 
È straziante leggerle ed è un motivo in più per farlo e riflettere. Le guerre non sono più scontri ardimentosi che si compiono in una vallata, in spazi aperti. Non è più cosa da pochi: la guerra è diventata totale, dichiarata non solo contro gli eserciti, ma contro l'economia, le infrastrutture e la popolazione civile di una nazione.
Alla fine, anche questa guerra finirà e come tante altre sarà dimenticata da chi non l’ha vissuta. A questo servono i libri come quello di Katerina Gordeeva, a tenere traccia, testimonianza. A ricordarci che l’Uomo, rispetto agli animali, è soltanto un essere diversamente intelligente.

«Ma a un tratto capisco che, se l’inferno esiste, per quelli che hanno scatenato questa guerra dovrà apparire così: un sotterraneo, un bambino che di continuo nasce e muore, e i dannati sanno con certezza che la colpa è loro».


Titolo: Oltre la soglia del dolore
Autrice: Katerina Gordeeva
Traduzione: Marco Caramitti
Edizioni: 21Lettere
Pagine: 416
Pubblicazione: marzo 2024

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