L’accordo – Un posto sicuro | Paolo Scardanelli

L’accordo – Un posto sicuro | Paolo Scardanelli
Leggere Scardanelli non è semplice, è come passare da una porta stretta, «ma è meglio passare da una porta stretta che rimanere perduti fuori dall’uscio.»
Recensione di Paolo Perlini.

«Quando riguadagniamo uno stato perduto, esso è per noi, nella prima fase soprattutto, nuovo. Tutto ci appare sotto la luce di una fragranza sconosciuta: gli odori, la luce, i passi. La pelle, le membra, gli ormoni.»

Ho usato le parole di Paolo Scardanelli, tratte da L’accordo. Un posto sicuro, quarto capitolo di questa storia, per spiegare le prime sensazioni che provo ogni volta che inizio un episodio. 
Quando esce un nuovo capitolo de L'Accordo e ci si immerge nelle prime pagine, si ha fin da subito l’impressione di affrontare una lettura densa, dotta, pregna, capace di instillare pensieri, dubbi e regalare qualche conferma. Tutto appare come nuovo, diverso rispetto a quanto si è letto negli ultimi mesi. È quindi necessario fare un piccolo rodaggio, lasciarsi prendere dal protagonista, Paolo, che poi si mette in disparte per lasciare la voce agli altri. Occorre ascoltare, più che leggere.
In questo episodio, Paolo ancora una volta adempie a un volere di Anna: deve trovare un posto sicuro per il figlio Bruno, un luogo segreto nel quale possa vivere e non essere rintracciato dalla malavita, di cui lui ne faceva parte come cane sciolto. Il posto lo trova: è una casa in Provenza, una dimora chiamata Belle Ombre, sotto la montagna di Sainte Victoire, dipinta più volte da Paul Cézanne. Ma «nessuno di noi anela a un posto sicuro; solo un buco nel quale scomparire»,su quella villa gravita una maledizione, un passato sanguinoso che mina la serenità di Bruno e la sua compagna Greta, la quale aspetta un bambino.

Anche se nel corso delle pagine ci sono dei riferimenti agli episodi precedenti, è difficile per un lettore che si affaccia per la prima volta capire la complessità della trama e apprezzarne la struttura, e per questo è doveroso iniziare dal primo volume per conoscere i principali protagonisti, Paolo, Anna, la sua musa, «la donna perfetta; conclusa, inarrivabile», il di lei figlio Bruno, avuto dal comune amico Andrea e tutti gli altri, che come recita Paolo, «vanno per la propria tragica dimensione. Oramai sono diventato uno spettatore; nella finzione come nella vita reale».
Le parole più usate in questo romanzo sono Promana e Trascolora e anche questa volta l’episodio si conclude con qualcosa di oscuro, che va al contrario di quanto si era sperato. Un testo che promanava inquietudine ma anche speranza e buon auspicio, alla fine trascolora in qualcosa di buio, noir.

Ora, se siete abituati a sottolineare correte il rischio di consumare la matita per prendere nota e rileggere con calma tutte le disgressioni esistenziali, i richiami filosofici, gli accenni su musiche classiche e i sempre presenti Neil Young e Amy Winehouse.
Invece, le due pagine che riportano l’entrata in casa di Bruno, Greta e l’amica Betta, e la descrizione delle stanze e soprattutto della cucina, andrebbero letteralmente strappate e incorniciate. Perché in quelle due pagine, che all’apparenza possono sembrare le meno impegnative, l’autore compie il miracolo di trasportare realmente il lettore dentro la stanza, fargli percepire il sapore ferroso dell’acqua torbida che esce da rubinetti, lo sfrigolio del gas, addirittura pare di toccare con mano le guarnizioni prive di elasticità del frigorifero.

Titolo: L’accordo – Un posto sicuro
Autore: Paolo Scardanelli
Editore: Carbonio
Pagine: 320
Pubblicazione: 12 aprile 2024

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