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Una novella noir attenta al significato delle parole.
Recensione di Chiara Bianchi
«Mi indossi a un appuntamento al buio. Lui ti prende, mi strappa via da te, mi usa perché il tuo respiro resti imbrigliato al mio ordito. Questa è la trama. Intreccio di fili, di rantoli.
Ti sta strangolando. Non hai la stoffa per rimanere in vita.»
Quello che avete appena letto è il prologo di Trofeo, novella noir scritta da Emanuela Cocco per la collana Nodi di Zona42, curata attualmente da Elena Giorgiana Mirabelli.
Da queste poche righe, l’autrice sancisce il suo patto di fiducia con il lettore e sembra dirgli: stai attento alla forza delle parole, la storia muoverà su questa strada.
È una gonna a parlare, strappata alla sua proprietaria a causa di un evento drammatico. Cocco affida la voce narrante a un oggetto, ma non uno qualunque: «sono il tuo memoriale» dice rivolgendosi alla donna alla quale sente di essere legata oltre la morte, oltre la fine che essa stessa, in quanto oggetto, farà.
Rinchiusa in un cassetto, fa la conoscenza di altri oggetti appartenuti ad altre vite strappate alla vita dall’uomo che le colleziona. Cimeli, trofei. Come già gli antichi ci insegnano, le spoglie degli animali o dei nemici venivano esibite, ma soprattutto conservate per entrare in contatto, a scopo propiziatorio, con lo spirito delle vittime. La parola trofeo riporta alle gesta di Orlando, innamorato di Angelica, che lascia un segno della sua vittoria al passaggio in ogni dove.
Racchiuso in una frase ripetuta: «la parola è…» c’è il significato di ogni capitolo e sta al lettore dare un senso, una visione d’insieme, attraverso l’abilità con cui l’autrice gioca con il segno, per dare una nuova espressione di significato al significante.
Nei ringraziamenti, Cocco elenca una serie di film, saggi e letture, musiche che l’hanno ispirata nella creazione di questa storia. Un bel po’ di roba da recuperare se non si conosce.
Titolo: Trofeo
Autrice: Emauela Cocco
Casa editrice: Zona 42
Pagine: 88
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