di Chiara Bianchi
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Cosa c’è di più scandaloso di una giustizia che crede di essere nel giusto a priori? È il caso di Boulton e Park a raccontarcelo. Proposto nella collana Mostri di WoM edizioni, Panico Drag – nella traduzione di Daniele Pinna e curato da Eleonora Santamaria e Luca Locati Luciani – ci conduce a oltre un secolo fa, in epoca vittoriana, in un’Inghilterra ricca di contraddizioni. In un tempo in cui si respirava aria di libertinaggio, le connotazioni di chi quel mondo lo frequentava appaiono sempre più vicine e paragonabili a reati indicibili. Leggendo gli atti del processo, in cui i due giovani “gentiluomini” dal viso incipriato – così descritti da vari testimoni – sono imputati, è evidente fin dalle prime pagine quanto poco sia interessato tutto l’apparato di giustizia alla loro diretta voce. Tutto il processo, durato due anni, vede l’alternarsi di testimoni e ricerca di testimonianze che tendano alla “condanna senza cauzione” dei due protagonisti, per essere apparsi in pubblico in abiti femminili. L’accusa si muove, in un primo momento, verso la condanna per truffa ai danni, ipotizzati, di altri gentiluomini ingannati dall’aspetto dei due, ma man mano che il processo va avanti è chiaro che si trasformi in una caccia alle streghe, o meglio alle drag. Per cosa andrebbero puniti? Questa sembra la domanda a cui neanche il giudice riesce poi a dare risposta, finendo per restare attaccato alla legge generica ed etero normata.
Ciò che non si può comprendere fa paura, persino il desiderio di essere ingannati di quegli uomini-testimoni che vogliono far credere, forse anche a se stessi, di non essere a conoscenza del travestimento dei due imputati.
Una storia che apre a un’analisi sociale che continua ancora oggi, fuori dai tribunali, come un tempo, tra le folle dei curiosi accorsi numerosi a “godersi lo spettacolo”.
AA.VV. | Panico drag: il “caso” Boulton & Park
Pagine 112
Formato 10x17
Rilegatura Filo refe viola
Illustrazioni B/N
ISBN 979-12-810160-9-5
Collana Mostri
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