Un giorno tutto questo finirà | Domenico Ippolito

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«Dario e io avremmo iniziato a farci, un giorno ce lo siamo detti, e sarebbe accaduto per la troppa disperazione, perché di solito spinge la disperazione o la noia, ma nel nostro caso la noia la si poteva scartare, perché non ci eravamo mai annoiati fino ad allora. »

Se Tommi non si sentisse straniero a se stesso, nei suoi vent’anni, forse il suo amico Dario non sarebbe diventato così importante. E invece, Tommi, protagonista e voce di Un giorno tutto questo finirà, di Domenico Ippolito, edito da Exòrma, affida il suo profondo desiderio di fuga al suo amico. Insieme, nella prima parte del romanzo, progettano il piano per il loro viaggio di sola andata, verso Amsterdam. Guidati da una rabbia intrinseca alla crescita, figlia degli abbandoni e delle delusioni, non sanno ancora quanto ancora la vita ha loro riservato, ma si convincono che prima o poi la loro condizione di persi, finirà.
Tommi, nel suo peregrinare tra Marano e Roma, ci conduce in un vortice di pensieri e di decisioni, ai quali spesso vorremmo dirgli “Ma cosa stai facendo?”.
Il romanzo è pensato in tre parti: l’amicizia stramba tra Tommi e Dario, in cui si avverte il ritmo svelto degli eventi attraverso la scrittura rapida, nervosa; la parte centrale è dedicata a un momento preciso dell’infanzia di Tommi: il giorno in cui perse suo padre, qui la scrittura si fa più morbida, rallenta, seguiamo il ragazzino e guardiamo attraverso i suoi occhi; nella terza parte torna l’urgenza, il ritmo incalza, i personaggi affollano la vita e la mente di Tommi che cerca di chiudere il cerchio, partendo per l’estero alla ricerca di Dario, diventato ormai una specie di chimera, senza la quale la sua vita sembra inscrivibile. Tra i due, c’è l’alterazione, l’uso di sostanze, le scelte azzardate che la provincia ha loro offerto: un filo rosso che li legherà in eterno.
Per Tommi, sono gli anni delle grandi scopate, della musica buona – Ippolito fa un’accurata selezione musicale – e dei grandi amori adolescenziali. Di quelli che se funzionano ti cambiano la vita, ma che se vanno male te la cambiano lo stesso. 

Un romanzo sul vuoto e sulla libertà che racconta entrambi attraverso lo straniamento dei vent’anni.

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