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Il paradosso della cecità visiva nell’assenza di peso
Parole di Chiara Bianchi
Nel 2011, Valeria Luiselli pubblica il suo primo romanzo dal titolo Los ingrávidos, letteralmente ‘i senza peso’, che allude al processo di ghosting che i due narratori – la proiezione di sé scrittrice e lo scrittore messicano Gilberto Owen – attraversano. Tradotto dallo spagnolo messicano da Elisa Tramontin per La Nuova Frontiera, torna in una nuova veste grafica, dal titolo Volti nella folla.
«Sapevo che non era molto sensato riporre alcun tipo di fiducia negli oggetti e che non appena ci abituiamo alla presenza silenziosa di una cosa, questa si rompe o sparisce. Anche i legami con le persone che mi circondavano erano segnati da questi due modi della temporaneità: rompersi o sparire.»
Nei primi momenti di questa storia frastagliata e dalla struttura complessa, c’è una narratrice senza nome che vive in Messico con il marito architetto e due figli. Vuole scrivere del suo passato a New York e lo fa alternando la sua vita familiare presente e l’ambiguo racconto del periodo in cui lavorava in una casa editrice e di alcuni stravaganti personaggi incontrati. Le cose si complicano quando suo marito inizia a dubitare della natura puramente “finzionale” degli aneddoti provenienti dalla sua giovinezza.
«Una volta lessi in un libro di Saul Bellow che la differenza tra l’essere vivo e l’essere morto sta solo nel punto di vista: i vivi guardano dal centro verso fuori, e i morti dalla periferia verso una sorta di centro. Forse mi congelai, forse quella notte morii di ipotermia. In ogni caso, quella fu la prima notte che dovetti trascorrere con il fantasma di Gilberto Owen.»
L’idea del fantasma, però, non è l’unica. Permeano le pagine anche l’idea di Doppio e quella della cecità. Negli stralci di vita dedicati alla storia di Gilberto Owen e Homer Collyer, la cecità non rappresenta un impedimento ma un’insolita capacità di guardare oltre l’apparenza. Quella cecità visiva di cui abbiamo memoria sin dagli antichi greci e ci riconduce al mito di Edipo.
Un punto nodale è costituito da un luogo: Filadelfia. Per mettere al riparo il suo matrimonio, la narratrice scrive parallelamente un altro romanzo, da regalare al marito. È la storia di periodi diversi della vita di Gilberto Owen, narrata in prima persona.
Lo spazio del tempo del romanzo arriva a coprire quattro epoche: la fine degli anni Venti del Novecento, gli anni Cinquanta, i Duemila e un presente senza data. Distribuite in tre spazi fisici diversi: Messico, Filadelfia e New York.
Nel singolare mondo di Volti nella folla, le persone possono morire ripetutamente nel corso della loro esistenza, e ogni morte produce un fantasma, un Doppio capace di vita propria.
I volti che si confondono e si ritrovano come apparizioni sono lo specchio delle individualità, l’attributo umano che singolarizza ogni persona. Quando il volto di Owen scompare, egli stesso perde la sua unicità.
Chi è il Doppio? Chi è l’originale? Chi il vivente e chi il fantasma? Potremmo riflettere per molto tempo su queste domande senza giungere a nessuna risposta, perché Luiselli si rifiuta, semplicemente, di darne. Ognuno è originale e Doppio, vivente e fantasma, ognuno è assenza di peso, fumo, nuvola, realtà che sembra verità, ma che a un passo dal toccarla scompare, contraddetta da un altro elemento della trama.
Non un romanzo frammentario. Un romanzo orizzontale, raccontato verticalmente.
Titolo: Volti nella folla
Autrice: Valeria Luiselli
Editore: La nuova frontiera
Pagine: 192
Pubblicazione: 30 giugno 2023
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