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Di notte Bologna si popola di storie annaffiate dal vino.
Ce ne parla Chiara Bianchi
Per comprendere quanto una città è stata, ed è, amata o odiata, è nella musica e nella letteratura che bisogna, probabilmente, indagare. Bologna, città dei portici, dei tetti rossi e delle osterie notturne è stata cantata, invocata, violentata dalle parole di chi l’ha vissuta.
L’antologia di racconti Il biassanot. Racconti della notte edita da Battaglia edizioni contiene dieci storie – scritte da altrettante penne – che hanno come palcoscenico le osterie notturne della città.
Il progetto alla base si chiama Brisel, briciole di città e, come spiega Camilla Fabbri nella postfazione – curatrice assieme a Stefano Bonsi –, vuole essere «una guida per vivere le città non attraverso gli aneddoti, bensì attraverso il vissuto. [...] Comporre un quadro polimorfo, dinamico, in continuo mutamento, a partire dai singoli elementi compositivi, le voci di chi la città la vede e la anima».
La figura del biassanot, il tiratardi, è storica, riconosciuta, reale e allo stesso tempo mitologica. Delle scorrazzate notturne per le vie bolognesi ne hanno cantato Guccini, Dalla, Carboni, solo per citarne alcuni famosi.
Il protagonista, Marco, un giovane di provincia, arriva a Bologna in cerca di risposte e con un mistero, legato a un bigliettino, da risolvere. Ha con sé un taccuino su cui annota pensieri e storie. Nel suo vagabondare notturno, si accomoda in dieci osterie, beve vino e ascolta i racconti di chi siede, per caso, per fortuna o per mano del destino, di fronte a lui. Ogni autore e autrice, con voce singolare, ha avuto il compito di raccontare uno di questi personaggi, ricreando atmosfere ed esperienze che, partendo da punti di contatto con una realtà locale e palpabile, allargano lo sguardo a complessità collettive: l’amore, la solitudine, i bivi della vita, il passato e il presente, lo stato delle cose.
«La tavola è compagnia, si chiacchiera di vita» dice il protagonista della storia raccontata da Luca Tosi. Il fuggiasco protagonista del racconto di Giovanni Bitetto dichiara che «certe storie paiono verosimili solo dopo il tramonto»; Giulia Oglialoro lascia spazio a una storia dimenticata, quella di Patrizia Vicinelli, poetessa; Gianluca Morozzi ci conduce nel fantastico: dal Buco del Tempo tornano dal passato vari personaggi con una storia in sospeso da raccontare; Maria Silvia Avanzato accende un faro nella vita di Marta, una donna di provincia che nasconde un segreto; Francesca Mattei racconta di una donna che odia Bologna perché le ha portato via la speranza dell’amore; Graziano Gala dà voce a un uomo che parla in dialetto del sud che davanti al vino dichiara «cu se la lingua è diversa la ‘buttìa è ‘nternazionale»; Stefano Bonazzi mette l’accento sulle false speranze di un giovane brillante che rinuncia al suo futuro e finisce per accontentarsi; Gabriele Galligani racconta l’evoluzione sociale di un ex flaneur assoldato come agente del decoro cittadino; chiude la raccolta Francesco Spiedo con il suo personaggio mezzo napoletano che non aveva mai visto Napoli prima di incontrare Lucio Dalla.
Marco, il protagonista, pone agli avventori notturni sempre la stessa domanda: «Lei da che parte dorme del letto?». Queste persone, però, dal letto e dal sonno sono lontani anni luce, perché di notte, mentre l’altra gente dorme, loro vagano, vivono, respirano, piangono, ridono assieme alla città di Bologna. La stessa città che, come un grande mostro mitologico, mastica e risputa chiunque si metta di traverso con la propria visione del vivere, al progresso, all’avanzare invisibile e silenzioso del cambiamento.
Le città si trasformano, ma alcune realtà, come quelle osterie, sono dure a morire, forse perché la figura scomoda del biassanot non ha alcuna intenzione di scomparire.
Titolo: Biassanot. Racconti della notte
Autori: AA.VV
Editore: Battaglia edizioni
Pagine: 152
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