Micro narrazioni per riempire i momenti di inattività forzata.
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Ce ne parla Paolo Perlini
Questa è la recensione di una lettura in progressione, perché Statue linee di Marco Giovenale l’ho iniziato, mi sono fermato, l’ho ripreso. E poi ho fatto un salto in avanti e due indietro.
Leggendo queste micro narrazioni, nelle quali l’autore se ne fa volutamente un baffo della punteggiatura, per associazioni mentali sono finito su Erik Satie, che pure lui se ne faceva un baffo e non segnava le divisioni di battuta sullo spartito.
E così, rovistando tra pensieri e ricordi, idee e intenzioni, mi sono interrogato sulla possibilità di definire queste narrazioni come "scrittura d'arredo", alla stregua della musica di sottofondo di Erik Satie. In un certo senso la risposta è affermativa: data la loro brevità si possono trascrivere e appendere con una calamita sul frigorifero, su un post it, sulla bacheca di sughero o tra le pagine di un libro. Si possono leggere tra il suono del citofono e la consegna del pacco da parte del corriere, tra un pensiero e l’altro, tra la parola FINE e i titoli di coda di un film.
Erik Satie nei suoi spartiti inseriva disegni e interessanti annotazioni d’esecuzione come, “con stupore” oppure “non andar via”.
Anche Marco Giovenale, nel testo numero 9, dà alcune indicazioni:
io ho adesso l’età che lui aveva alla mia età
quando avevo la sua età e faceva le sue cose
come me viveva l’avventura della sua avven-
turosa giovinezza abbastanza dopo e soprat-
tutto dopo la guerra e quando nei Sessanta
proprio alla fine sono nato io lui aveva la mia
età poco meno
“leggere facendo una piccola pausa tra parola e parola senza colorire né sottolineare l’andamento sintattico) (La sintassi è meno importante dei vocaboli, che sono meno importanti degli spazi che li separano)
Ma perché la mia lettura procede a balzi, rimbalzi e pause? Perché alla fine mi sono arenato su un componimento che ha dato voce a qualcosa che mi arrovella da tempo: la parola. Questa cosa strana che noi umani abbiamo come dote, questa magia (sì, per me è ancora tale) che ci consente di pensare una cosa, scriverla su qualsiasi supporto, darla a un’altra persona e farle così capire quello che avevamo in testa.
Si intitola Di fronte
Ma l’hai pensato tutto tu e non ti ha aiutato
nessuno? Hai scritto tutte le parole tu?
È incredibile che quando scrivi le parole
ti vengono le parole, che tu hai tutta que-
sta pagina la cosa che esce di fronte credo
che poi la scrivi, non dico che è incredibile
perché io non ci credo, però io penso che è
una cosa incredibile. È molto bello che tu lì
ti viene fuori dalla testa questa parola con
tutte le loro parole, e che tu alla fine poi le
scrivi e tutte come fai a capire quando qual-
cuna la devi scrivere e l’altra no? Io non cre-
do che sia facile, sicuramente è incredibile,
domando, ma come fai, io me lo domando,
come fanno? Perché mica sei solo, sono
tante. Questo è l’interrogativo che mi pon-
go ci sarà un modo. Questo modo bisogna
scoprirlo se vogliamo dire tutto, tutti dicono,
dimmi un po’, senti
Ecco, procedo nella lettura ma alla fine vado sempre a rileggere questa e anche adesso, mentre scrivo, mi dico che è incredibile questa cosa delle parole.
Titolo: Statue linee
Autore: Marco Giovenale
Editore: pièdimosca
Pubblicazione: 18 novembre 2022
Pagine: 140
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