Anthony Veasna So | Afterparties

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Anthony Veasna So - Afterparties

Nel ghetto cambo dove si sgretola il sogno americano
di Chiara Bianchi

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Benvenuti nell’afterparty del sogno americano. La raccolta di racconti – tradotta in italiano da Emanuele Giammarco per Racconti Edizioni (2023) – scritta da Anthony Veasna So, prematuramente scomparso, di origini cambogiane, cresciuto in California, ci apre all’esperienza del ghetto cambo, dove i colori sfumano e la verità si arresta di fronte al netto confine che divide le seconde generazioni di immigrati di cambogiani americani e le loro famiglie.

C’è molto umorismo dietro le parole di questi giovani alle prese con il mondo identitario presente e passato. Residenti nella Central Valley della California, dove le attività commerciali sono gestite da cambogiani per cambogiani.

Nel racconto L’officina, il narratore ironicamente parla di suo padre, della sua attività di meccanico, dei suoi operai e di quanto questo sia parte di un rigido sistema di stereotipi confermati dalla realtà dei fatti, perché «i maschi cambo erano tutti così. Riparavano auto, vendevano ciambelle o campavano di sussidi». I servizi resi dall’officina, anche ai bianchi, vengono improvvisamente marchiati dal fallimento, a causa della sparizione di un pickup. Spariscono così i soldi dei bianchi e i cambogiani si ritrovano sull’orlo di una crisi lavorativa. Il giovane protagonista però ha altri pensieri per la testa. La sua giovinezza non può sprecarla a rivangare il passato delle generazioni vittime dei Khmer Rossi. A lui interessa trovare se stesso attraverso le canne, l’alcool e il sesso occasionale, il tutto infarcito di sperma e scopate furtive con uomini etero.

Nella scrittura di So, le seconde giovani generazioni si confrontano con i loro predecessori bevendo assieme, festeggiando improbabili matrimoni secondo rigide tradizioni, in un precario equilibrio sull’orrore del passato.

La paura di non essere al sicuro si dipana nelle storie delle due sorelle e una madre, protagoniste del primo racconto Le tre donne del Chuck’s Donuts. Un uomo ordina senza mai mangiare. Le ragazze fantasticano che sia il padre mai conosciuto, la madre teme che faccia parte di un’organizzazione criminale pronto a mettere fine ai loro sogni di libertà. Il finale è quasi un banale cliché, ma che conserva tutta la potenza dell’insicurezza insita nella figura dell’immigrato: incapace di guardare le cose per ciò che sono.

Un corollario di personaggi che rasentano il comico – dall’allenatore di badminton in rovina, al monaco masturbatore, alla CANTANTE FAMOSA dei matrimoni – s’incapsulano nello stereotipo disordinato e affollato fatto di percorsi di vita cangianti e prevedibili che è la vita degli immigrati, segnati dalla Storia.

Come sottili lame, questi nove racconti sfiorano la pelle e lacerano per la violenta inconsapevolezza dei personaggi e Veasna So si fa portavoce di una speranza, una dichiarazione definitiva e sottile, di cambiamento attraverso gli altri, con gli altri.

«Quando provavo ad articolare i miei sentimenti riguardo a casa, inevitabilmente il pensiero mi tornava a queste canzoni, al modo in cui l’incomprensibile si intrecciasse con tutto ciò che mi faceva sentire a mio agio. Ero vissuto nell’incomprensione talmente a lungo che avevo persino smesso di vederla come una cosa sbagliata. Stava semplicemente lì, incarnata in tutte le cose che amavo.»



Autore: Anthony Veasna So
Traduzione: Emanuele Giammarco
Illustrazioni: Francesca Protopapa
Pagine: 280
Formato: 12×18
Isbn: 979-12-80854-06-3
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