Mattia Grigolo | Temevo dicessi l’amore

Mattia Grigolo | Temevo dicessi l’amore

Mattia Grigolo – Temevo dicessi l’amore
Una raccolta di racconti per chi fa snorkeling nelle parole e per chi ha paura, ma mai di farsi toccare né dalle storie, né dai fantasmi.

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Ce ne parla Maria Teresa Renzi-Sepe

Temevo dicessi l’amore
– esordio editoriale di Mattia Grigolo nella raccontistica – ci ricorda quanto sono belle e pregne le short stories, ché spesso in Italia ce ne dimentichiamo facendoci un gran torto. E per fortuna che vengono pubblicate: per TerraRossa Edizioni questa è la prima raccolta di racconti, inclusa nella loro collana Sperimentali.

La protagonista dei quattordici racconti che compongono la raccolta di Grigolo è Ofelia. Un nome che, ai lettori, fa già venire in mente un immaginario ben preciso che può essere, di storia in storia, confermato o smentito. E vi ci dovrete abituare a ragionare per analogie, perché Temevo dicessi l’amore è sì, emotivo, ma pure cerebrale: pieno di simboli, animali e fantasmi molesti che incarnano – o re-incarnano – le paure che ci strutturano.

Inoltre, Ofelia non è mica una sola. Ce ne sono almeno cinque diverse, in altrettanti mondi paralleli: Ofelia con qualcuno o qualcosa. Ofelia senza qualcuno o qualcosa. Ofelia è un coro di personalità, espressioni e gesti spesso innaturali. Ci sta simpatica e allo stesso tempo è insopportabile. È una bambola camaleontica che, a volte, non sa bene neppure lei cosa vuole essere. Come nella vita vera, quando ci imponiamo di restare nel nostro personaggio.

La tematica che serpeggia in tutti i racconti si può riassumere in una sola parola: separazione. Dal passato, dalle persone, dalla vita e pure dalla morte. Fa paura, ma l’autore la sfiora con una certa dose di sensibilità. Ogni personaggio affronta la perdita a modo suo, in un alternarsi di punti di vista, narratori, prime e terze persone.

Veniamo alla struttura. In Temevo dicessi l’amore le storie si delineano in quanto composte da tasselli, pezzi di testo di poche righe in cui leggiamo uno scambio vertiginoso di battute qua, una scena là, una parte di trama nel mezzo. Frammenti di vita raccontati con un linguaggio ben piazzato e senza fronzoli – come quello della scuola di Carver – e che, visti nel loro complesso, danno vita a personaggi e dinamiche relazionali complesse. Mattia Grigolo fa, quindi, una cosa molto interessante: usa una struttura a diapositiva. Il libro è un proiettore che fa scorrere immagini e brevi video. Tac tac tac. Se ti soffermi a guardarli, ogni fotogramma è zeppo di dettagli.

Temevo dicessi l’amore è una raccolta di racconti dedicata a lettori coraggiosi a cui piace fare snorkeling nelle parole, perfetta per chi ha paura, ma mai di farsi toccare né dalle storie, né dai fantasmi.

«Guardo Jonathan che, con l’indice, si sistema i capelli dietro l’orecchio. Sorridiamo delle cose che non riusciamo a lasciar andare, perché, in fondo, sono i fantasmi a tenerci attaccati alla vita e a determinare cosa saremo.»



Data di Pubblicazione: aprile 2023
Numero Pagine: 140
Terrarossa edizioni

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