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Sergio Oricci - La casa viola
Un romanzo sulla ricerca di senso. Tra rock, wrestling e arte modesta
di Chiara Bianchi
Il vero protagonista di questo romanzo, edito da Castelvecchi editore, è una casa in mezzo al bosco, «una casa di due piani che respira nervosa, in dormiveglia» attorno alla quale si muovono due generazioni della famiglia Ancarani, un nonno e due nipoti. La casa assume i connotati della forza simbolica degli oggetti e, ancora, di due comunità: quella musicale e quella legata all’arte modesta. È contenitore di sogni e di immaginari, è un palco su cui si alternano band rock e artisti performanti davanti a un pubblico.
Un romanzo di struttura. La storia è divisa in tre parti: un presente in cui Mr. Cleanskin, che si considera l’ultima vera rockstar ancora in vita, vive una crisi artistica, mentre suo cugino, il Sorcio, è alla ricerca del suo vero posto nel mondo. La seconda parte è un salto indietro negli anni Novanta. Ritroviamo gli stessi personaggi nella loro adolescenza, alle prese con le loro famiglie e un nonno davvero sui generis che diventerà il perno della storia: una creatura aliena. La terza parte, anticipata da un cambio di punto di vista e di narratore, vede protagonista la casa viola.
È una storia di outsider che amano il rock quanto il wrestling, perché «i grandi del rock e del wrestling sono fratelli, c’è un’energia universale che lega gli uni agli altri. Il ring e il palco sono la stessa cosa». Amano gli oggetti, a prescindere dalla loro funzionalità, ma per il piacere di essere circondati e osservati da essi.
E c’è molto dei temi ai quali Sergio Oricci ci ha abituati nelle sue opere precedenti: la bellezza dei dialoghi e alcune ossessioni compulsive, come nella raccolta Volevo essere Vincent Gallo (Pidgin Edizioni, 2021), e il mondo virtuale dei giochi di ruolo in rete, come nel suo romanzo Cereali al neon (Effequ, 2018).
La musica è l’unico elemento artistico che non è legato alla materialità: c’è soltanto il palco e la performance live. Si smaterializza l’arte musicale ed è tutta pane per occhi e orecchie nel tempio della casa viola. La potenza risiede nel luogo.
C’è una forte contrapposizione tra le stanze, i luoghi chiusi e il bosco nel quale si collocano la casa viola e la comunità che attorno ad essa respira. Nelle stanze, tutto è ordine o disordine, nel bosco tutto è vita e morte, è collettività e rispetto. Nella casa viola, invece, tutto è destinato a restare. Come un silenzioso, polveroso museo delle storie, nel quale ogni oggetto respira e tace e rimane.
Cosa siamo senza gli oggetti? Lo chiedo perché «esiste un mondo nascosto in cui gli oggetti vivono, si muovono e fanno cose senza che qualcuno debba per forza fargliele fare.» e ancora «gli oggetti si trasformano, […]» mentre «le persone non si trasformano: ingrassano e invecchiano, ma non è per niente la stessa cosa».
Con una lingua ricca e figurativa, Oricci ci conduce nel vortice degli eventi, ci bombarda di informazioni e ci conduce a una riflessione molto più profonda: circondati dall’arte non riusciamo, il più delle volte, a coglierla.
Sergio Oricci - La casa viola
Prezzo 17,50
Anno 2022
Pagine 150
Compra sul sito dell’editore
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