Maurizio Inchingoli, Musica di carta. 50 anni di riviste musicali in Italia
Storia culturale di una smaterializzazione. La storia della carta stampata di argomento musicale e la sua retrocessione nell’oscuro passaggio al web
di Chiara Bianchi
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Non tutta la produzione di stampa cartacea a tema musicale ha il merito di aver contribuito al benessere della musica, ma tutta l’editoria cartacea musicale è vissuta per oltre cinquant’anni grazie agli appassionati lettori che, il più delle volte, corrispondevano a chi le riviste le scriveva.
C’è uno scopo ben preciso nell’idea di questo libro, pubblicato da Arcana Edizioni, scritto da Maurizio Inchingoli – collabora con «il Giornale Della Musica». In passato ha scritto per il web-magazine The New Noise e per «Blow Up», «Alias – Il Manifesto», «Sentireascoltare» e la rivista di cinema «Rifrazioni» – ed è quello di mettere un po’ d’ordine in un immenso universo editoriale che ha visto protagonista negli ultimi cinquant’anni decine e decine di riviste di settore, ha visto crescere nomi giornalistici diventati punti di riferimento per generazioni, e, forse più di tutto, ha permesso di diffondere generi musicali di nicchia che senza la forza della carta stampata, sarebbero sì giunti, ma attraverso un’altra storia, differente da quella che conosciamo.
I giovani sono stati la chiave di volta del proliferato interesse per la musica nuova. Ogni periodo storico, ogni decennio è stato caratterizzato da novità e ritorni. Scopriamo che non sempre parlare soltanto di musica è stato possibile e, in moltissimi casi, la varietà dei temi proposta sulle uscite mensili ha avuto il vantaggio di allargare l’interesse e discostarsi da una nicchia di fedeli lettori.
Tra le pagine di quella che si può considerare una piccola enciclopedia delle riviste musicali italiane, Inchingoli raccoglie le interviste di alcuni dei protagonisti di questo viaggio, tra i quali Federico Guglielmi, Jacopo Tomatis, Riccardo Bertoncelli, Luca Frazzi, Stefano Isidoro Bianchi, e un capitolo dedicato interamente all’esperienza di Piero Scaruffi.
Le conclusioni potremmo trarle dall’evidente stato in cui versa l’editoria della carta stampata. Le tirature sempre minori non fanno che anticipare la lenta fine di questa esperienza. Il futuro è nella, già attuale, smaterializzazione dei contenuti. La speranza è di riuscire a far emergere nel grande contenitore virtuale, voci e temi musicali che meritino attenzione. Ci riusciremo?
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