María Fernanda Ampuero – Sacrifici umani
Dodici racconti per sugellare le sfumature violente della natura umana
di Chiara Bianchi
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Alla sua seconda raccolta di racconti, María Fernanda Ampuero – ecuadoriana, classe 1976 – si afferma tra le voci più importanti della letteratura latino-americana.
In Sacrifici umani, dodici racconti tradotti da Francesca Lazzarato e pubblicati da Edizioni gran via, ci accompagna un senso di ostilità verso quei personaggi che, posti nel loro universo tridimensionale, scandiscono la vita attraverso sfumature violente, a volte impercettibili, a scapito di deboli, di emarginati, di persone sacrificabili per eccesso di silenzi, di disuguaglianza, di odio, di abuso e di morte.
Restiamo a contemplare quelle che definiremo vittime poste sull’altare sacrificale sotto gli occhi vigili dei loro arguti aguzzini, coloro che celebrano, nascondono o guardano altrove.
«Scrivere è anche benedire una vita che non è stata benedetta» recita l’esergo firmato Clarice Lispector. Ed è una vera benedizione assistere al racconto di storie come quella di apertura Biografia, in cui si racconta di una donna in un paese straniero che alla ricerca di un lavoro, decide di pubblicare un annuncio in cui si offre di scrivere un libro sulla vita di chi «non sa come raccontarla» (ed è proprio questo che permea da tutte le storie) e allora Alberto la chiama per dirle che lui ha «una storia che il mondo deve conoscere», che passa subitaneamente dal lei al tu, rompendo una barriera protettiva fatta di parole, necessaria alla salvaguardia emotiva della protagonista, la quale ha già vissuto situazioni spaventose.
Guardi, figlia mia, quando si emigra si sa di andare incontro al peggio, come in guerra. Se si ha paura, meglio non emigrare. Stringa forte i denti e anche le gambe, e faccia quel che deve fare: tra pochissimo è il primo del mese.
La protagonista si dirige al nord del paese verso il suo nuovo committente, Alberto. Tra incubi, occhi assonnati e giudicanti, raggiunge la destinazione. Incontra un’altra persona che dice di essere il «discepolo del maestro». Inizia il disincanto, la paura le si attacca addosso e le suggerisce di tornare indietro, ma non lo farà, perché «noi donne disperate siamo carne per il macinato. Noi immigrate, poi, siamo l’osso che si tritura per nutrire gli animali. La cartilagine del mondo. Nient’altro che cartilagine.» e mentre segue l’uomo che la condurrà dal suo carnefice annunciato si lascerà trasportare dal pensiero dei suoi genitori, lontani migliaia di chilometri. Penserà agli strozzini, ai dollari, agli emigranti debitori e le minacce subite. Una volta davanti all’uomo, cresce la paura, lì anche se urlerà non la salverà nessuno.
Guardatemi, guardatemi. Fragile come un collo di gallina. Una donna straniera con lo zaino in spalla davanti a un uomo sconosciuto con due cani enormi e feroci nell’angolo più lontano di una città lontana di un paese lontano. Guardatemi, guardatemi. Poca cosa per il mondo, sacrificio umano, niente.
La potenza con cui Ampuero spinge i pensieri della donna deflagra nelle pagine successive, nella convivenza forzata con lo sconosciuto. La follia che cresce, il disagio, la grande abilità nel descrivere odori e fetori.
Ecco, ho voluto accennare a questo primo racconto, per preparare la strada a quel che troverete poi: un panorama di storie dense, umide, taglienti.
E credo di aver trovato in Sacrifici un esempio più che ben fatto di racconto articolato totalmente in forma di dialogo diretto.
Se siete pronti ad affrontare ferite dalla selvaggia bellezza, vi affido il compito di attraversare queste storie.
I luoghi dove si è stati felici sono sempre belli, nel ricordo.
Collana: gran vía original
Titolo originale: Sacrificios humanos
Traduzione di: Francesca Lazzarato
ISBN: 978-88-95492-70-4
Pagine: 148
Prima edizione: aprile 2022
Formati: brossura
Prezzo: 14,00 €
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