A Cadossene, tutto è già stato deciso dagli Dèi
di Chiara Bianchi
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Tutti quanti abbiamo bisogno di aiuto.
Miti e archetipi compongono l’immaginario collettivo. In Adeu, esordio letterario di Ignazio Caruso, pubblicato da Giulio Perrone Editore, mitologia popolare e tradizione orale sarda si incontrano per raccontare una storia di padri e di figli.
Nell’isola di Cadossene, sfuggire alla procedura dell’Adeu non è possibile. La legge della repubblica – e degli Dèi – non consente d’invecchiare. Ricade nelle mani dei figli la responsabilità di compiere il sacrificio: uccidendo i loro genitori.
Partendo dal mito di Zeus e Cronòs, la storia racconta di Eloi e di suo padre, Nevio Barra. Il giovane è restio al cambiamento, quasi si sentisse messo alla prova nel suo “mal di agire”. Vive, infatti, con suo padre, orfano di madre morta consumata da una malattia. La chiamata alla perdita di innocenza è data dall’arrivo della lettera del «Ministeri Demogràfic» in cui si richiede l’uscita di scena di Nevio. La reticenza di Eloi nel prendere posizione su quanto dovrà compiere trova unità col suo vivere procrastinando – lo fa anche con la sua ragazza. Ma agli Dèi non bisogna farli aspettare e così seguiamo il viaggio dei due verso il Monte, in cima al quale si compirà il rito sacrificale.
Il minimo comune denominatore tra padre e figlio sta nell’impotenza di non poter cambiare il proprio destino. A Nevio non resta che accettare il suo destino. Prima, però, affida a un foglietto stropicciato le cose «da dire a Eloi prima di morire». Sono per lo più le raccomandazioni di un padre su come preparare il sugo con la ricetta di sua moglie, ricordare di fare un doppione delle chiavi, sul trattare bene le ragazze. Nell’ultima riga, scrive «sei un bravo figlio – ti voglio bene», una dichiarazione di amore che non ha mai trovato un confronto attivo, un vuoto colmato in una riga.
Magari l’indomani l’avrebbe ucciso a bastonate ma adesso doveva fare qualcosa.
Fin dal principio della storia sappiamo come finirà, per questo, uno degli aspetti più interessanti della scrittura di Caruso è la sua abilità nel far procedere il racconto attraverso le fragilità dei personaggi e nella scoperta del prezzo della libertà che si può tradurre e declinare in dolore, solitudine, separazione dall’altro e affermazione del proprio io: «Per essere liberi bisogna dire addio». Per Eloi il confronto con le esperienze dei suoi amici o delle persone che incontra nel suo viaggio sono fondamentali per convincersi di stare facendo la cosa giusta, l’unica in nome della libertà e di un’immagine di futuro migliore.
La non linearità della storia, raccontata alternando passato e presente, permette di mantenere la tensione narrativa fino al termine del viaggio e fa dell’insicurezza del giovane un perno su cui costruire scene di straniante tenerezza tra padre e figlio.
Del resto, una ragione per odiare i nostri vecchi ce l’abbiamo tutti.
Ricorda: tutti hanno paura di morire.
Caruso racconta la vita come un’avventura – ispirandosi a Massimo Bontempelli, citato in esergo – e accende i riflettori su una questione attuale: una generazione di giovani che non trovano il loro posto nella società, poiché ricacciati da chi c’era prima e non vuole cedere il passo.
Una scrittura ricca di dettagli, in cui si gioca con la lingua e propone un nuovo idioma nato dall’incontro tra sardo, francese e spagnolo. Una storia che lascia spazio alla riflessione.
Editore : Perrone (24 giugno 2022)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 285 pagine
ISBN-10 : 8860046556
ISBN-13 : 978-8860046550
Peso articolo : 375 g
Dimensioni : 14.5 x 2.2 x 21 cm
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