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Tempo d’opera - Alberto Tonidi Paolo Perlini
Come per un romanzo, anche una raccolta di poesie ha bisogno del momento giusto per la sua lettura.
Nel caso di questa raccolta di Alberto Toni mi sono reso conto che il momento non era sufficiente: serviva anche il luogo.
L’ho scoperto il primo giorno in cui l’autunno si è annunciato, seduto su un grande sasso che sta sotto l’olivo. Nelle poesie di Alberto Toni il giardino, le piante, la natura riempiono i brevi istanti, momenti nei quali la sua fantasia lo portava a dipingere con le parole. Viene quindi spontaneo, dopo aver letto alcune righe, alzare lo sguardo e osservare con occhi diversi quanto mi sta intorno, anche nel mio stesso giardino.
Scorre l’acqua in giardino, risalta la sagoma del verde
in penombra e l’azzurro più in luce delle ortensie.
Qui ancora risuonano i versi della Belle Dame di Keats,
riparerà l’inganno della giovinezza, il pensiero
di lei, troppo lontano a un cielo di città. Voglio
pensarti nel luogo più segreto del cuore,
in quel mistero che adombra di felicità
tutta la vita che lieve e in prossimità
di noi rimargina la rima ormai distrutta
in nullità.
Tempo d’opera è un libro postumo, curato dall’amico Roberto Deidier il quale ha raccolto ottantasei poesie che Toni scrisse nei mesi della sua malattia e che stavano su un file word chiamato Nuove poesie 2018-2019.
Si tratta quindi di una raccolta che era ancora in fase progettuale da parte dell’autore ma che non soffre di alcuna incompiutezza.
Mi piace immaginare che ognuna di queste pagine sia frutto di una seduta in giardino, una sosta forse tormentata dal dolore fisico ma che nella poesia trovava ristoro e pace. Lo immagino seduto a scrivere ma soprattutto guardare, abbozzare i versi, girare le parole in bocca, osservare quel “cipressetto infantile” sul suo confine, che sbanda, vuole parlare.
Lo immagino guardare e guardarsi: un altro modo di vedere.
Chissà come sarebbe
guardare il giardino da un’altra parte, dall’angolo
più estremo, dalla rete di recinzione, in posizione
obliqua, vedere e non vedere se non un insieme
dalla distanza, una distanza che è tempo, non solo
spazio. Mi resterebbe un passo di verde antico,
perso l’orientamento, o mai stato, come presenza
non presenza a ciò che era. Con un’idea di assenza
e rimarlo, rifarlo in uno stato nuovo e accettabile.
Sarà che ogni fine è quel dire: mi allontano e se
Torno è per cancellare tutto il cancellabile. Vedo,
sì, tornano verde e foglie e rami nel folto della
nuova stagione; tu mi resti accanto a ricucire,
a riprendere in mano il filo nuovo del discorso,
a stare.
Immagino le sue partenze e i ritorni e vedere come, insieme alla sua vita, cambiava anche il giardino.
…Quando
sono tornato ho trovato due piante
potate, resta un tronco bianco
e brillante. È accaduto, non c’ero,
ed è accaduto. Avrei voluto esserci,
la potatura fa sempre parte di me.
È ormai autunno, è Tempo d’opera, il momento di leggere Alberto Toni.
Autore: Alberto Toni
Collana: Poesia | n. 5
Lingua: italiano
Formato: copertina flessibile
Dimensioni: 140x195 mm
Anno di edizione: 2022
pp. 112
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