La ricerca della terra promessa: una saga islandese
di Chiara Bianchi
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Uscito in lingua islandese pochi anni dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la letteratura, Il paradiso ritrovato di Halldór Laxness esce per Iperborea nella traduzione di Alessandro Storti – sua anche la postfazione.
Protagonista di questa saga nordica è Steinar Steinsson contadino islandese che, dopo aver conosciuto un vescovo mormone in cammino per le strade dell’isola, lascia la sua fattoria e la sua famiglia per cercare il paradiso, la terra promessa, oltreoceano, nello Utah, tra i mormoni.
La prima parte della storia è dedicata alle vicende familiari legate a un cavallo molto speciale che lo stesso Steinar donerà al re di Danimarca. Dopo aver intrapreso il viaggio verso le Americhe, passati molti anni, il contadino rivuole con sé sua moglie e la sua famiglia. Purtroppo, il tempo trascorso dai suoi cari, in povertà, ha debilitato la salute di sua moglie che morirà prima di poter riabbracciare il marito. I suoi figli da parte loro sostengono di non riconoscere più il padre.
Steinar tornerà in Islanda come missionario, dove nel frattempo tutto è cambiato e dove nessuno ha orecchie per la sua parola. Vaga per le campagne fino a giungere su quella che una volta era la sua terra, dove sorgeva la sua fattoria, ora completamente distrutta dal tempo e dall’incuria. Da quel momento, ricomincerà a risistemare pietra dopo pietra, senza più una famiglia, perduta in nome di una terra promessa che, alla fine, trova nel proprio cortile.
Le vicende della vita di Steinar si muovono in un’Islanda della fine dell’Ottocento, periodo caratterizzato da un forte abbandono della terra a causa di una ondata di migrazioni verso l’America. Steinar rifiuta la funzione della moneta preferendo il baratto, per lui la ricchezza risiede nel bestiame. Eppure, di fronte all’invito del vescovo mormone di credere in un paradiso ritrovato, va a guardare di persona, tocca con mano la Società degli Ultimi Giorni e si lascia battezzare, cambia identità, dando il via al processo di trasformazione che lo condurrà alla perdita di tutto ciò che aveva di caro: la famiglia e la terra islandese.
Forse allegoria dell’esperienza dell’autore, un’espressione della sua delusione per l’ideologia politica, o forse solo insegnamento dell’accontentarsi della propria casa e goderne, Laxness mescola legenda e realtà con il ritmo incalzante della saga. Una particolare attenzione ai tratti con cui descrive gli eventi e i personaggi femminili lasciano intravedere un’accesa polemica al patriarcato: ci restituisce l’immagine di una giovane ingenua plasmata come creta, raggirata da un uomo più maturo, sviluppa una rivendicazione della figura della donna resiliente, proprio come la moglie di Steinar, fino al suo ultimo respiro. Ecco come uno dei personaggi descrive le donne: «Le femmine sono la mia croce. […] Sono draghi che fanno di me il loro balocco. Sono il mio tormento. Cerco di rifuggirle, ma quelle mi braccano e dicono di amarmi. Se non avessi la scappatoia dell’acquavite, sarei morto.»
Il mistero del mondo femminile pare inaccessibile a quel maschio che si crede schiavo e fascinato dalla donna, ma che continua a non darle modo di esprimere il proprio sentire. Eppure, dietro questa certezza mai accettata apertamente, si nasconde il risolino delle donne, consapevoli di tutto questo e molto di più.
Quando tutti saranno diventati Santi e saranno venuti ad abitare qui in paradiso, non sarà più possibile fare del bene a nessuno. E neanche del male, a ben vedere. Sarà come stare in carcere: tutti hanno tutto.
Traduzione: Alessandro Storti
Postfazione: Alessandro Storti
Prima edizione: 19 gennaio 2022
Pagine: 352
Prezzo di copertina: € 19,00
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