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Ho avuto di recente la possibilità di leggere "Lei", il primo romanzo di Nicolò Targhetta edito da Becco Giallo.
Targhetta non è nuovo alla pubblicazione, e conosciamo bene la sua penna perché da diversi anni gestisce la pagina Facebook "Non è successo niente", le cui storie furono pubblicate un anno fa sempre dagli amici di Becco Giallo in un volume omonimo, ancora una volta con una bellissima copertina a firma di Gio Quasirosso.
Questa è la prima volta però che il giovane (ormai a tutti gli effetti) scrittore si confronta con una storia così lunga, benché abbia già dimostrato il suo valore, avendo una pagina seguita da più di 100.000 persone che lo leggono quasi quotidianamente.
In "Lei" la protagonista ha appena deciso di rompere col suo ragazzo. Stavano insieme da cinque anni e come capita spesso ormai abitavano insieme, quindi si ritrova all’improvviso nel bel mezzo di un trasloco da fare in fretta e furia per trasferirsi sul divano della sua amica Silvia, una giovane aspirante attrice a cui piace divertirsi. Come se non bastasse perde il lavoro, già di per sé precario, e dovrà barcamenarsi in una serie imbarazzante di colloqui lavorativi deludenti. Tutto le ricorda che fallimento è la sua vita. Letteralmente tutto: Lei infatti parla con gli oggetti e loro le rispondono, la giudicano, le danno consigli.
Gli eventi che il romanzo di Targhetta racconta durano appena qualche mese ma idealmente l’autore tenta di parlare di tante vite di trentenni costretti a una vita di precarietà, solitudine e terapia psicanalitica (e Tinder). Anche la storia d’amore di Lei, lasciata appesa al filo del non detto, è il sintomo di un’incapacità comunicativa forse figlia della paura che ci portiamo costantemente dietro, come un bagaglio pesante che compromette tutti i rapporti, che difficilmente riescono a essere stabili.
Il pregio di Targhetta è quello di affrontare tematiche attuali e personali con un piglio comico ma mai banale; l’escamotage di dare agli oggetti che accompagnano la vita della protagonista una voce e una personalità propria ci permette di vedere più a fondo, in maniera indiretta, dentro Lei, di avere un quadro completo della sua sfaccettata personalità, quella di una donna che la vita tenta di spezzare ma che in realtà è in grado di sorridere e soprattutto di stupirsi.
Tra riferimenti vari alla nostra quotidianità che ci fanno sorridere se non ridere sfacciatamente (la mia scena preferita è sicuramente quella che si consuma tra Lei e i libri di una libreria dove la protagonista attende il suo Tinder date) e riflessioni semi-serie Targhetta scrive un libro piacevolissimo, scorrevole, in cui la generazione dei Millennial può identificarsi in toto.
«Il primo problema con la felicità è che nessuno ti avverte quando c’è. Te ne devi accorgere da solo.
Il secondo problema con la felicità è che non è esponenziale. Anzi.
Che cosa fareste se vi dicessero che la più grande felicità della vostra vita è già passata? Che niente di quello che verrà dopo potrà mai eguagliare ciò che avete provato da bambini davanti al castello dei Playmobil?»
Titolo: Lei
Autore: Nicolò Targhetta
Pagine: 256
Prezzo di copertina: 17€
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© Christina Bassi