La Porta di Casa | Ilaria Fusignani

La Porta di Casa | Ilaria Fusignani

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In questi giorni di reclusione forzata si stanno riscoprendo abilità che si erano perdute. Ci si dedica come forsennati alle pulizie di casa, si infornano torte e pizze, si prepara la pasta come faceva la nonna, si gioca in famiglia e si assapora anche il silenzio. Uno stato di cattività che è pur sempre comodo, ma sarebbe bello almeno una volta tornare a fare il filò, quelle lunghe veglie invernali che la gente, soprattutto contadina, trascorreva nelle stalle delle case coloniche. Gli uomini riparavano gli attrezzi, le donne cucivano, i bambini giocavano ma la maggior parte del tempo era dedicata al racconto e all’ascolto. 
Racconti fiabeschi, avventure, storie che si tramandavano di generazione in generazione. Gli anziani erano quello che poi è diventata la televisione.

Ecco, se fosse possibile per una sera tornare a quei tempi e raccontare una fiaba, La Porta di Casa di Ilaria Fusignani sarebbe il libro giusto.

“Quando una porta si chiude, se ne apre un’altra” diceva Bell, invitando a non guardare così a lungo la porta appena chiusa e guardare invece avanti, a quello che si apre per noi.
Sembra questo il compito del viandante Noah, il protagonista del lungo racconto. Una notte, mentre cammina senza meta, vede una donna e ne resta affascinato. Insieme salgono nella sua stanza e ballano tutta la notte una musica sconosciuta. È la donna più bella che abbia mai visto, con gli occhi grigi magnetici e i capelli lunghi e fini che un po’ alla volta avvolgono completamente l’uomo e tutta la stanza. Quando la musica si blocca la donna pone una domanda all’uomo:

“C’è qualcosa che hai perduto e che vorresti riavere?”
Lui non sa cosa rispondere, lei lo capisce e continua dicendo:
“Esci e vai a cercare le cose che hai perduto prima che sia troppo tardi”.
L’uomo apre una vecchia porta di legno ed esce.

Questa è solo una delle prime porte che il viandante apre lungo il suo cammino ed ognuna conduce a una condizione e situazione diversa: una città, un palazzo abbandonato, una foresta, una casa delle lettere mai spedite (la più bella!) e via di seguito per dieci porte, fino a comprendere che quello che cercava non era poi così lontano.
E come in tutte le favole si impara a conoscere il bene e il male, la gioia e il dolore, la delusione e la speranza.
Anche la tristezza, perché le vere fiabe sono quelle che in qualche momento lacerano il cuore:

“Non ci sarà più nulla da scrivere perché il nostro tempo è finito,“ aggiunse lei. “Perché è esistito un tempo in cui abbiamo salito le stesse scale ma in giorni diversi. E ora che le salgo da sola non faccio altro che pensare a quando camminavi in strada con me. Quando non ci importava della pioggia o del tempo che scorreva…”

L’autrice, al termine ci fa anche dono di una spiegazione delle dieci porte: alcune rimandano agli arcani dei tarocchi e all’interpretazione dei sogni, ma è anche giusto che ogni lettore ne colga un personale significato.
Il finale è una sorpresa ben riuscita, semplice eppure alla quale non avevo minimamente pensato e proprio questo per nulla scontata.

Sono dieci porte, la lettura di ognuna richiede una decina di minuti. Spegnete tutti gli apparecchi elettronici e per dieci sere tornate a fare il filò: la lettura e l'ascolto, in questi tempi possono fare la differenza.

 

 

Ilaria Fusignani| La Porta di Casa
Formato: Copertina flessibile
Editore: Giovane Holden 
Collana: Battitore Libero
Data di Uscita: 29 febbraio 2020
Pagine: 80
Compra su Amazon - Giovane Holden Edizioni

 

 

 

© Paolo Perlini

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