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Per non lasciarmi influenzare non avevo approfondito, per me bastavano due cose, il nome e la copertina. OMMATOKOITA mi faceva pensare a qualcosa che dal greco antico portava al sovietico, pre perestrojka. Immaginavo ambienti freddi, lande ghiacciate, vodka, incrociatori ancorati ad Odessa. E armate, scalinate, cappotti di astrakan, pianisti e compositori russi, il fiume Volga e pure il Don.
La copertina, con questa coppia che passeggia di fronte ad uno squalo sospeso a mezz'aria, altrettanto.
Il fumetto di Iris Biasio, il primo della collana SPILLI, autoproduzione NeroVite, è un piccolo album di sedici pagine dove il bianco e nero la fa da padrone.
Non so parlare di fumetti, sono cresciuto con loro, ho appreso molto, quasi più che dai libri, ma parlarne con spirito critico, valutare il tratto, il disegno, non ne sono capace.
Però in queste immagini ho assaporato l'esotismo di Corto Maltese, il retrogusto che si avverte dopo aver masticato ogni singola tavola, i sapori che si nascondono tra gli spazi lasciati vuoti.
La breve storia si svolge a Pyramiden, una città fondata nel 1910 da minatori svedesi e venduta nel 1927 alla compagnia mineraria sovietica Russkij Grumant. È stata poi rivenduta alla sempre sovietica Arktikugol, è utilizzata in virtù del Trattato delle Svalbard fino al 1991. È sopravvissuta grazie allo sfruttamento dei giacimenti carboniferi e al turismo nei mesi estivi. Durante il periodo sovietico furono costruiti un asilo, una scuola elementare, una piscina ad acqua di mare riscaldata, un ospedale attrezzato per le operazioni chirurgiche, una biblioteca, un cinema, palestre ed un campo da pallacanestro e calcio a cinque. Secondo Wikipedia, dal 2013 sono circa 30 le persone che vivono qui a turno per mantenere attivo l'insediamento. All'interno dell'albergo è stato aggiunto un piccolo museo ed una caffetteria e vicino al porto vi è un piccolo ostello costituito da alcuni container.
Verrebbe voglia di andarci a trascorrere un paio di settimane, per pensare, scrivere, disegnare qualcosa. Trovare addirittura uno squalo groenlandese spiaggiato oppure manoscritti nascosti che non vanno bruciati.
Verrebbe voglia di fare la conoscenza di Agniya Petrovna Bogdanova, raccogliere sassi lungo la spiaggia, cambiarle la corda della balalaika e farsi raccontare da lei cosa veramente è l'ommatokoita. Oppure posare la mano sul suo grembo per vedere a che punto sta la gravidanza.
Tuttavia, non credo che andarci sia semplice, per questo è meglio farselo raccontare da Iris Biasio.
Ecco, il pregio di un fumetto o di un romanzo qualsiasi, non sta tanto nel segno grafico o nelle parole scritte ma in quello che sta nascosto e viene evocato. Sta negli spazi bianchi, nel vuoto apparente o in una corda spezzata.
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© Paolo Perlini
OMMATOKOITA | Iris Biasio
Editore: NeroVite
Formato: Albo Spillato
Lunghezza: 16 pagine