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Qualche anno fa lavoravo in centro (a Roma) e là il Natale, si sa che arriva prima. Si fa l’albero (Spelacchio RIP) “ufficiale” e via del Corso esplode di luci fin dai primi di dicembre.
Quest’anno mi ritrovo a lavorare un po’ distante dal cuore palpitante del Natale romano ed è forse per questo che non ho ancora sentito nell’aria quel profumo di castagne arrostite che si alza dai carretti agli angoli delle strade, come invece avveniva in quel dicembre del 2016.
Quando arriva questo momento dell’anno la mia mente corre all’edizione di “Più libri più liberi” di quell’anno che ci ha regalato un artista incredibile da annoverare nel pacchetto “amici di Crunched”.
È stato, infatti, in quell’occasione che abbiamo conosciuto Massimiliano (Feroldi), durante la presentazione del suo “Storia di un piccolo re”.
Mi sono innamorata talmente in fretta di questo libro che ne ho parlato subito qua e l’ho sfogliato e riletto almeno 25 volte.
E poi è successo che a Lucca siamo inciampate su “Come il piccolo re imparò a volare”.
Tutto quello che potevo dire sulla poesia annidata fra i geni di Massimiliano credo di averlo già detto, eppure tenendo fra le mani questo volume la sensazione è quella di tenere fra le mani un qualcosa che è difficile spiegare a parole. La fortuna è che di parole, davanti a delle immagini così, ne servono poche.
Anche stavolta il colore predominante è il blu, condito di pennellate bianche e linee nere assieme ai dettagli rossi.
C’è un’anima sognante che pulsa fra le pagine, ricamata dal sogno di mille gatti, che riposa all’ombra di un albero rosso.
Il piccolo re vuole imparare a volare.
Un viaggio alla ricerca di libertà e leggerezza, non importa se appeso a un palloncino o a una piuma. Un viaggio nel buio profondo, lo stesso buio necessario a far scoppiare la luce.
Un equilibrio traballante, ma solido, fra le radici nella terra e la testa fra le nuvole.
Se pensavo di aver trovato una poesia con il primo, ora davvero non so più come elogiare il secondo. Di nuovo si riconferma a gran voce la meraviglia racchiusa nelle piccole cose, nella semplicità dei tratti e l’essenzialità di poche parole, nell’esplosione dei colori.
Finché al mondo ci sono persone che vedono gatti che volano sui soffioni, mi sento tranquilla nell’affermare che non tutto è perduto.
E grazie a Massimiliano per essere riuscito di nuovo a commuovermi e a riempirmi occhi e cuore.
Come il piccolo re imparò a volare | Massimiliano Feroldi
Lavieri Edizioni
Pagine 44, colore
Formato 25x25cm
Allestimento Cartonato
Anno di pubblicazione 2018
Lingua Italiano
© Giulia Cristofori