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Caro Garth Ennis vuoi metterti con me?
+ Sì
+ No
+ Solo se mi offri una birra
Tanto prima o poi doveva venire fuori: io sono innamorato di Garth Ennis.
Quindi, ecco, sarò obiettivo in questa recensione? No, per nulla.
E allora a che serve?
Serve perché spero che il mio messaggio arrivi a Garth Ennis, ovvio no?!
Quindi, nel caso non vi chiamaste Garth Ennis, dovreste andare avanti nella lettura di questo delir… articolo?
Certo, altrimenti come fareste a conoscere una delle ultime fatiche dell’autore irlandese?!
“Un Treno chiamato Amore”, uscito per la Dynamite e portato in Italia dalla Panini Comics in due volumi della collana 100% Panini Comics (che racchiudono tutti i dieci numeri originali) viaggia su quella sottile linea che separa il sesso dall’amore.
E lo fa alla solita maniera di Ennis: come se ti stesse arrivando un treno in faccia, appunto.
Non c’è freno, non ci sono inibizioni.
Ogni volta che si legge una sua opera ci si sente meno “strani” perché, forse, la stranezza è la cosa più normale e naturale dell’essere umano.
Non c’è una storia unica in questo fumetto, è un labirinto di vicende e personaggi che confluiscono tutte in un unico finale.
Ci sono Valerie e Myles e il loro amore a prima vista che si mescolerà al lavoro da killer professionista di Myles.
Ci sono Marvin e Penny e il loro piccolo problemuccio di coppia dovuto alla passione di Marvin per i cavalli, ecco… diciamo così.
C’è Mike, un ragazzo di colore che scoprirà il terribile segreto della famiglia per cui lavora come insegnante della figlia più piccola (ma già tremendamente precoce).
C’è Dave e la sua voglia di diventare un attore affermato.
E poi c’è quella montagna di Mister Monsta, il boss del crimine a cui si allacciano tutte queste storie e che darà un tono noir a tutta la vicenda.
E fino a qui, tutto normale, no?!
Sì sembrerebbe di sì… e invece NO.
Prendete queste storie, mischiatele a gruppi musicali impossibili, montagne di cocaina rubata, Ku Klux Klan, nostalgici nazisti, la potenza dei cavalli, sicari, gang di strada… e tanto amore.
Otterrete un impasto ottimo per mandarvi in pappa il cervello, per farvi dire “ommioddio che cosa ho appena letto” chiudendo i due volumi e per farvi cadere preda, ancora una volta, delle dolci (dolcissime) storie di Garth Ennis.
Ditelo che vi siete innamorati anche voi, vero?
E veniamo a un altro punto fondamentale: il disegno.
A dare forma alla storia è Mark Dos Santos e il suo tratto molto cartoonesco e morbido, che può risultare un po’ fuori posto, almeno inizialmente.
Ammetto che, abituato a opere come Preacher, The Boys e Hellblazer (giusto per citarne alcune), mi sono approcciato alla lettura con fare diffidente, chiedendomi “ma sarà davvero adatto un disegno così?”. E invece sì, è assolutamente adatto e riesce, addirittura, a far pesare meno il delirio che a volte si crea nella storia. Sembra un controsenso ma non è così, fidatevi.
Davvero, non lo dico perché ho gli occhi a cuoricino, lo giuro.
Consigliato.
Consigliatissimo.
È inutile che lo consigli ai fans di Ennis (anzi, levatevi dai piedi perché lui è -sarà- mio).
Per tutti quelli che non hanno mai letto niente di questo autore, vergognat… ah, no, mi contengo… provatelo, sarà una maniera un po’ forte ma allo stesso tempo dolce per conoscere le sue opere.
Garth.
Se sei arrivato fino a questo punto della lettura e hai usato il traduttore di google (che sicuramente mi avrà trasformato in un pazzo farneticante) sappi che son…
(LA REDAZIONE DI CRUNCHED SI RISERVA IL DIRITTO DI CHIUDERE QUESTO DELIRIO. NESSUN ALEN SARÀ MALTRATTATO AL TERMINE DELLA RECENSIONE... FORSE)
Titolo: Un treno chiamato amore
Editore: Panini Comics
Autori: Garth Ennis, Mark Dos Santos
Pagine: 128 pag. (Vol.1) + 136 pag. (Vol.2) a colori
Formato: brossurato, 17x26 cm.
Genere: …quello di Garth Ennis
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© Alen Grana