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Che rapporto avete con i gusti? Come ben potrete immaginare, in Crunched non ci facciamo problemi di questo genere e non è solo per l'immenso appetito.
Infatti anche l'amaro più persistente, per quanto difficile da mandare giù, può aprire la mente a sconfinate riflessioni, forse molto più di una portata di dolcezza e divertimento a cui è consueto abbandonarsi in una riposante coltre di pensieri ovattati. Ciò che piega gli angoli della bocca in un brivido di disagio è necessario perché produce questo movimento anche nella mente, con conseguente afflusso di domande a cui si dovrà, in qualche modo, trovare una risposta. Badate bene, non per la risposta in sé, bensì per la ricerca.
Perché "Il vero pazzo è colui che non cerca".
L'introduzione è abbastanza fumosa? Bene, perché l'andamento di questo articolo non seguirà un percorso lineare, com'è giusto che sia quando si ha a che fare con storie che sollevano polvere e riflessioni incessanti.
Stiamo parlando di “Residenza Arcadia” di Daniel Cuello, edito da Bao Publishing (siete delle buone forchette e vi bastano questi dettagli per voler già affondare i denti nelle sue pagine? Lo troverete in libreria dall’11 maggio. Senza contare che sul sito dell'autore troverete succulenti dettagli sulla realizzazione di questa graphic novel, spalmati in un'ampia fetta di tempo. E c'è pure la colonna sonora che ha fatto da sfondo alla realizzazione di “Residenza Arcadia”, fate un po' voi).
Partiamo dal principio.
L'immagine di copertina.
Una piccola casa di bambole in cui i personaggi sono giocattoli quasi troppo grandi per quelle pareti in miniatura. Nello svolgersi della storia, i personaggi si muoveranno in questa scatola abitativa, ripetendo gli atteggiamenti usuali che li caratterizzano e li identificano, rendendoli impermeabili ad ogni forma di cambiamento.
Sfogliando le pagine capita di imbattersi nella classica scacchiera di vignette ma, per la scelta di colori e scene o per la suggestione della storia, si ha la sensazione di essere affacciati ad una finestra della residenza. Lettori che spiano la storia attraverso vecchi vetri.
Ogni porzione di finestra raccoglie un intervallo di tempo minimo che continua nella vignetta successiva e va a sommarsi agli altri, creando un mosaico di piccolezze e meschinità che costituirà poi il quadro finale dell'intera storia.
Debolezze e difetti incancreniti potrebbero anche essere compresi e perdonati se non portassero ad effetti irreparabili. In questi passaggi "Residenza Arcadia" esprime perfettamente l'immagine di copertina: una scatola in cui i personaggi sono limitati, impegnati ad aderire alle loro identità fatte di preconcetti, fino a diventare giocattoli privi di libertà.
Mortali ed effimeri, l'unico segno che lasceranno nella memoria sarà l'effige materiale di questa prigione, Residenza Arcadia in rovina, abbandonata, ombra e fantasma di ciò che i suoi abitanti hanno saputo costruire: vuoto e macerie.
Non si discute sulle cause. Ci sono sempre delle cause. Dei motivi, anche per agire con lucida crudeltà. Dettagli che possono essere riprovevoli ma sono comunque molto umani. L'immagine che ne seguirà, come il danno, sarà comunque amara e irrecuperabile.
Ci sono momenti nella storia che in cui sembra di essere destinati a rimanere all'oscuro di una serie di passaggi necessari a capire la vicenda.
Sembra che si rimarrà sospesi nell'intreccio eterno e monotono delle azioni dei personaggi, nella loro monolitica resistenza a qualsiasi tipo di cambiamento, apertura, evoluzione.
Man mano tutto ciò che serve verrà svelato, l'unico dettaglio a rimanere insoluto è l'aspetto, l'identità dei nuovi inquilini.
Non viene detto più di tanto su di loro e non hanno voce perché chi legge li conoscerà attraverso la chiusura dei personaggi. I nuovi inquilini sono disapprovati e respinti e diventano subito simbolo di qualsiasi categoria si possa immaginare rivestire quel ruolo di reietti e scacciati, a causa di chissà quale repellente e pericolosa diversità. Resterà appena delineato anche il fantomatico partito al quale bisogna sottostare con timore e referenza. E in effetti non c'è bisogno di aggiungere altro.
Il fatto che queste due entità rimangano poco dettagliate le rende universali.
Complice la scelta dei colori e la atavica chiusura mentale dei personaggi si ha la sensazione di essere sospesi nel tempo.
La storia è ancorata al presente in alcuni punti inequivocabili, come la presenza dei social e l'istinto incontrollabile di fissare momenti di inutile banalità per venir ripagati di cuoricini, surrogato di soddisfazione personale, di rapporto reale e profondo con un altro individuo. La stessa decrepitezza dei pensieri che turbinano sempre uguali, sempre "contro" qualcuno o qualcosa, espressa dai personaggi contribuisce a creare questo senso di passato eterno e fisso, perché nulla da segno di voler progredire.
L'unico elemento di rottura con questo sistema è un ragazzo che si ribella, al di fuori del cliché del suo personaggio, ed è l'unico barlume di speranza in un futuro diverso (a parte la fine di ogni cosa, che è un concetto che ci piace sempre molto). È bello notare che questo personaggio non è affatto senza macchia e a spingerlo nelle sue azioni c'è una buona dose di egoismo e incapacità di relazionarsi, la stessa che caratterizza tutti gli altri protagonisti della vicenda. La differenza è nel rifiutare un certo tipo di comunità che vuole autopreservarsi ad ogni costo. Essenzialmente, il ragazzo non è poi così diverso dagli altri ma decide di comportarsi diversamente. E ciò è sufficiente a cambiare tutto.
Non dipende dal decidere se la natura umana sia meravigliosa o disprezzabile e accomodarsi sulla risposta. Dipende da ciò che si decide di fare e di cambiare. E in questo modo i motivi, anche se non sono i più nobili, non diventano più un primo capo d'accusa. Ai nostri occhi in primo luogo, nel processo che facciamo ogni giorno a noi stessi.
E questo è quanto.
Residenza Arcadia (puoi sfogliare un'anteprima qui)
Genere: Sedimentazione del rancore
Pagine: 176
ISBN: 978-88-6543-849-7
Formato e rilegatura: Cartonato 17 x 23
Data di pubblicazione: 11/05/17
Compra su: Amazon
© Ombretta Blasucci